§ SI INAUGURA LA NUOVA SEDE DELLA DIREZIONE GENERALE DELLA BANCA

PARLA IL PRESIDENTE




Giorgio Primiceri



Signori,
sono lieto e felice di esprimere il ringraziamento deferente e caloroso dell'Amministrazione, della Direzione Generale e dell'intera famiglia della Banca Popolare Sud Puglia - che mi pregio di rappresentare - per l'onore che ci viene da tante autorevoli e amichevoli presenze.
Mi sia consentito manifestare un profondo e particolare omaggio, accompagnato da tanta graditudine, innanzitutto al nostro amatissimo Vescovo, Mons. Garzia, per la santa benedizione che si è compiaciuto di impartire al nuovo palazzo degli uffici: essa ci assicura che la maestà del Signore ha voluto lasciare fra noi un poco del Suo grandissimo cuore, esortandoci a considerare l'edificio un "luogo di lavoro, di amore, di avanzamento e di progresso".
Mi pregio poi di salutare in lei, illustre prof. Parillo, non solo il Presidente dell'Associazione Nazionale "Luigi Luzzatti" tra le Banche Popolari, ma anche l'insigne economista e docente e inoltre, se ce lo permette, il nostro grande Amico. La ringrazio, sign. Presidente, e Le esprimiamo sentimenti di viva riconoscenza per aver accolto il nostro invito ad essere oggi tra noi come, altrettanto benevolmente, lo fu in passate circostanze. La sua presenza, caro Presidente, conferma che il Suo impegno verso le modeste Popolari del Sud non è inferiore a quello riservato alle grandi consorelle del Nord.
Sentimenti di rispetto e di affetto mi piace rivolgere all'egr. prof. Murè, Direttore della predetta Associazione, che da decenni divide con noi, modesti dirigenti locali, ansie e preoccupazioni, gioie e vittorie, senza mai farci mancare appropriati consigli e suggerimenti.
Mi è ora doveroso e gradito esprimere un vivo ringraziamento, per la loro ambita presenza:
- al rappresentante di S.E. il Prefetto della Provincia; - agli on. Parlamentari;
- alle Autorità provinciali e comunali;
- al Presidente della Camera di Commercio di Lecce;
- ai rappresentanti delle Aziende di Credito, con particolare riferimento ai Presidenti e Direttori delle Banche Popolari, qui convenuti anche per salutare il comune Maestro e amico Prof. Parrillo.
Un saluto carissimo a tutti quegli Amici che non si lasciano sfuggire occasioni per darci segni di solidarietà e di calda collaborazione.
Un caldo ringraziamento, infine, al progettista e direttore dei lavori, arch. Orazio Antonaci, al tecnico della Banca, geom. Vittorio Alfredo Conte, all'impresa del cav. Rocca Costantino, alle altre imprese, a tutte le maestranze che hanno concorso alla realizzazione dell'opera che ci sta interessando.
Eccellenza, sig. Presidente, Signori,
con l'odierna cerimonia abbiamo inteso festeggiare il lavoro dell'Uomo e le sue realizzazioni, che oggi hanno per oggetto l'edificio or ora inaugurato, ulteriore fulgida gemma del nostro Istituto. Essa non avrebbe pieno significato se non si accompagnasse - come di fatto si accompagnava - con il categorico impegno da parte nostra di continuare a percorrere, con la stessa lena e con le stesse direttive, la strada maestra di sempre, fatta di lavoro, correttezza, fede, umanità.
Osiamo ritenere di essere riusciti, pur nella nostra modestia, a fare quanto era nelle nostre possibilità per rimanere fedeli ai principi fondamentali del credito popolare, e cioè agli insegnamenti di Luigi Luzzatti e dei suoi emuli. E quanta letizia e appagamento ci sono venuti dall'aver potuto esercitare un'attività rivolta ai bisogni delle categorie più umili! E quale intima soddisfazione ci procura il pieno adempimento di questi compiti!
Ma ce l'abbiamo sempre fatta? Ci siamo sempre riusciti?
Noi stessi, che veniamo da una lunga esperienza di lavoro, di tanto in tanto e da qualche tempo, ci andiamo chiedendo se nei tanti anni di attività non abbiamo trasgredito, per avventura, i nostri doveri: se, ad esempio, ci è accaduto di aver mentito alla povera gente e di aver prestato orecchio all'orgoglio trascurando l'umiltà; se, a volte, ci siamo rifiutati di fare ciò che potevamo e dovevamo fare in favore del prossimo; se, in qualche occasione, abbiamo anteposto il nostro egoistico tornaconto ai leggittimi interessi altrui, e così via. Ebbene, a questi imbarazzanti e inquietanti interrogativi non è agevole dare una risposta. Anche colui che, forse un pò frettolosamente, ritenesse di avere, da questo punto di vista, tutte le carte in regola, anche costui potrebbe ritrovarsi di fronte alla dimostrazione di propri errori. Se però l'entità e le conseguenze di tali eventuali errori non hanno intaccato minimamente la nobiltà del sentimento e l'onorabilità della persona, se la buona fede emerge per sè stessa e si evidenzia limpidamente, allora si può ben affermare che chiunque abbia agito in tal modo ha anche meritato a pieno titolo il diritto a godere la sospirata e reclamata fase di quiescenza: con animo pago e sereno, come si addice a chi ha compiuto fino in fondo il proprio dovere.
Signor Presidente,
com'Ella ben conosce, la nostra Banca svolge la sua attività nelle province di Lecce e Brindisi, gestendo 23 sportelli tramite i quali fa arrivare, in modo capillare e tempestivo, la sua benefica azione di assistenza ad una miriade di aziende di produzione, di scambio e di servizi, privileggiando, naturalmente, le medie e piccole attività e le imprese cooperative.
Ed è per questi adempimenti che il nostro Istituto, sorto sul finire del secolo scorso, sia pure sotto altre sembianze, e in una zona povera e depressa come la nostra, oggi si onora di presentare a codesta onorevole Assemblea una famiglia composta da 17.500 soci, una raccolta di oltre 500 miliardi di depositi fiduciari e un patrimonio sociale proiettato verso i 50 miliardi. Questi risultati di cui ci permetterete, profittando di questo fausto evento, di trarre motivo di intensa soddisfazione, questi risultati, dicevo si devono ascrivere innanzitutto allo spirito di concordia e al reciproco rispetto che hanno sempre governato i rapporti tra i vari Organi Sociali, ed anche alla buona volontà, al senso di obiettività che è stato ed è alla base delle nostre determinazioni, alla dedizione riservata alle persone e alle categorie umili e più bisognose, e, non per ultimo, alla laboriosità, all'attaccamento e allo zelo di tutto il Personale all'indirizzo del quale sento il bisogno, anche in questa circostanza, di confermare sinceri sentimenti di stima, simpatia e di riconoscenza.
Con tali attributi l'azione della Banca, spiegata tenacemente nel tempo, giorno dopo giorno, ha decisamente contribuito a valorizzare le magre risorse locali concorrendo, con l'ingegno e la buona volontà delle nostre laboriose popolazioni, allo sviluppo economico, sociale e culturale di queste contrade.
Signori,
siamo testimoni di questo momento particolare del nostro Paese, nel quale tra le forze politiche e le parti sociali si stanno facendo strada il concetto e il convincimento che solo attraverso l'unione e la sincera collaborazione di tutte le energie vitali della Nazione si potrà ritrovare la strada che porti all'esatta identificazione dei mali che affliggono il Paese e degli strumenti atti e necessari alla graduale eliminazione. Diciamolo con franchezza: questi strumenti si chiamano semplicemente buono volontà di far convergere il consenso di tutti attorno alle cose necessarie da compiere; buona volontà di accettare i sacrifici, i vincoli e i limiti che la crisi economica esige.
E' già sotto i nostri occhi, in questa prospettiva, qualche segno propizio e propiziatore. Constatiamo, ad esempio, che, dopo molti anni, la legge finanziaria e il bilancio dello Stato sono stati approvati dal Parlamento nei tempi tecnici, evitando il ricorso all'esercizio provvisorio; si è tornati a parlare di politica dei redditi, di scala mobile e così via. Ci auguriamo che questa buona volontà non abbia mai a mancare e che, anzi, possa prevalere e trionfare. In tal senso, grande è la nostra fede, come viva rimane la speranza nel cuore di questo laborioso, silenzioso e generoso popolo del Salento. E' in questa luce che si inserisce la nostra tappo odierna: di riposo, di meditazione, di carica.
Nello sviluppo delle strutture tecniche e sociali, come dire sul cammino del progresso umano, le tappe come la nostra devono essere considerate - nella loro semplicità - utili ed operanti in favore dell'uomo, della famiglia e della società, che insieme dobbiamo difendere a denti stretti, nella quale gli uomini di buona volontà possano determinare le basi per costruire un avvenire migliore per il popolo italiano; un'esistenza più giusta, da vivere non già sotto colpi continui e spietati della prepotenza e della violenza di una crescente entità di senza Dio, ma ispirata e sorretta e profumato dal sacrificio, dal rispetto e dall'amore reciproco che emanano i Santi Vangeli.

Banca Popolare Pugliese
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