§ PER LA PUGLIA E BASILICATA

Il piano delle acque




G.D.M.



I complessi irrigui delle due regioni nei quali si è operato con maggiore intensità
(e che sono, nella maggioranza dei casi, strettamente interconnessi) sono quelli
nei quali le risorse idriche risultavano di più facile approvvigionamento: Fortore,
Ofanto, Arco Jonico, Alta Val d'Agri, Basentello.
Altri complessi, tecnicamente maturi e di costo medio, quali il Nuovo Sinni e il Basento-Ofanto, hanno disponibilità di acqua dall'80. Per altri ancora, o perché tecnicamente non maturi, quali il Gravina-Pentecchia, o perché di costo elevato (Carapelle, Litorale Barese, Agro Brindisino, Arneo, Ugento, Litorale Adriatico Leccese) fino all'80 si contò solo sulle risorse locali (falda e acque reflue).

Complesso Fortore

Costituisce il complesso più importante della regione, destinato a servire praticamente tutti i territori pianeggianti della provincia di Foggia. Si basa sulle seguenti fonti idriche destinate all'uso irriguo:


Il comprensorio irriguo interessa una superficie complessiva di oltre 128 mila ettari, con una parzializzazione colturale del cinquanta per cento e con una dotazione media parla quattromila metri cubi per ettaro.
Lo sviluppo della rete di distribuzione è il seguente:


L'ordinamento colturale prevedibile è costituito in prevalenza da:


La sistemazione dei numerosi corsi d'acqua del Tavoliere può ritenersi raggiunta, salvo modeste necessità di completamento e di ammodernamento.
Di grande impegno, invece, il problema della sistemazione idraulico-agraria dei terreni e dei corsi d'acqua minori, soprattutto in vista delle nuove colture previste dal piano irriguo.

Complesso Gargano

Nelle piane di Lesina e di Varano già si irrigano, o si potranno irrigare con le opere in corso, 1.500 ettari, ai quali si potranno aggiungere altri duecento con l'utilizzazione di acque provenienti da falda.
Possibilità per un complesso di 3.000 ettari sono state individuate per le piccole aree pianeggianti site tutte ai piedi del promontorio garganico, avvalendosi delle scarsissime risorse locali, che già hanno destinazione per una orticoltura di pregio avvantaggiata dal microlima.

Complesso in sinistra Ofanto

Lo schema idrico è rappresentato dall'invaso di regolazione sull'Osento, nell'alto bacino dell'Ofanto, dalla traversa di S. Venere, dal canale principale sulla sinistra e dalla diga sulla Marana Capacciotti.
In totale, si ha una disponibilità di 40 + 36=76 milioni di metri cubi a servizio di 29.400 ettari.
Lo svolgimento. del programma di lavoro per la rete distributiva e il seguente:


Per i problemi della sistemazione idraulica valgono le stesse considerazioni già svolte per il complesso del Fortore.

Complesso destra Ofanto

La fonte di approvvigionamento e data dalle fluenze regolate dell'Ofanto, derivate con una traversa (quella di S. Venere), e dalle acque dell'invaso sul Rendina.
La rete distributrice e in canali a pelo libero con funzionamento previsto ventiquattr'ore su ventiquattro. Si sta procedendo al suo ammodernamento, per realizzare le erogazioni a pioggia, compresa la costruzione di bacini di compenso per l'accumulo dell'acqua non utilizzata nelle ore notturne. Occorrono interventi integrativi per altri 3.500 ettari.
Con la ristrutturazione del vecchio impianto, si prevede di rendere irrigui tutti i terreni compresi nei diversi perimetri del complesso e inoltre di compensare le contrazioni di disponibilità idrica che si stanno verificando alla traversa di S. Venere.
Valgono anche in questo caso le considerazioni fatte per il Fortore in merito alla sistemazione idraulica dei terreni.

Complesso litorale barese

Con l'attingimento da pozzi si riesce a irrigare una superficie di 5.500 ettari, destinata prevalentemente alle colture del vigneto e dell'oliveto.
Con le acque di scarico della città di Bari si conta di servire una superficie di 2.800 ettari. Notevoli altra possibilità (intorno ai 25.000 ettari) sono fondate sull'esito promettente delle ricerche di falde idriche.
Oltre agli impianti pubblici, nella fascia litoranea barese c'è una consistente presenza di impianti irrigui di privati.

Complesso agro brindisino

Il territorio suscettibile di trasformazione irrigua si estende per una superficie potenziale di 43.000 ettari. Al momento, l'area servita da impianti pubblici non raggiunge I 2.500 ettari, ma vi sono impianti privati per almeno 12.000 ettari, alimentati da acque di falda.
Si conta di utilizzare meglio le risorse idriche locali (falda e acque reflue), per estendere l'irrigazione a circa altri 7.500 ettari.
E' richiesto l'adeguamento delle sezioni di deflusso dei corsi d'acqua superficiali che attraversano l'arca.

Complesso litorale adriatico leccese

La superficie potenzialmente irrigabile è di circa 17.000 ettari: ne sono serviti con impianti pubblici intorno a 5.000. Con impianti privati sono serviti 9.000 ettari. L'alimentazione e assicurata da acque di falda.
Anche qui sussistono possibilità di allargamento, basate sul migliore uso delle risorse idriche locali (falda, acque reflue) e su integrazioni di provenienza esterna.
Modeste le esigenze di sistemazione idraulica, consistenti in integrazioni e completamenti dell'intervento già svolto.

Complesso irriguo Arneo

L'arca potenzialmente irrigua è di 3 1.000 ettari: quella attrezzata e in corso di attrezzatura e di circa 3.000 ettari. L'alimentazione e data da acque di falda opportunamente miscelate con acque sorgentizie per ridurre il grado di salinità.

Si conta sull'allargamento della superficie irrigua, facendo ricorso al migliore uso delle risorse locali (falde, acque reflue, sorgenti) e ad integrazioni esterne. Esigenze di integrazione e completamento della rete di scolo.

Complesso arco jonico

I terreni bassi dell'arco jonico (intendendo per "bassi" quelli sottesi a derivazioni di quota 70-80 metri sul livello del mare) ricadono nei comprensori di bonifica di Bradano-Metaponto e di Sternara-Tara, e sono serviti da reti che si alimentano dalle traverse di Gannano sull'Agri, di S. Laura sul Sinni, dal serbatolo di S. Giuliano sul Bradano e dalle sorgenti del Tara. La superficie irrigabile ammonta a complessivi 41.000 ettari. Sono attualmente attrezzati:


La disponibilità idrica di complessivi 273 milioni di metri cubi e data da:


La dotazione media e di 6.500 mc. per ettaro.
Le reti finora realizzate sono in parte a pelo libero (circa 14.000 ha), in parte tubate con bassissima pressione, e in parte con pressione sufficiente per l'irrigazione a pioggia. La distribuzione avviene ventiquattr'ore su ventiquattro Si prevede, in un prossimo futuro, di alimentare con le acque dell'invaso di Monte Cotugno le zone attualmente servite previo sollevamento, per cui la superficie irrigabile afferente alle fonti sopra citate si ridurrà a 35.000 ettari. Inoltre, la trasformazione delle reti, dalla distribuzione a pelo libero a quella in reti tubate, consentirà di ridurre i consumi fino a 4.500 metri cubi per ettaro; il che, con una parzializzazione del novanta per cento, darà un fabbisogno totale di circa 150 milioni di metri cubi.
L'esercizio delle reti addutrici e distributrici, ormai in funzione da vari anni, ha messo in luce inconvenienti di vari tipo. Innanzitutto, il notevole spreco dell'acqua che non viene utilizzata nelle ore notturne, con l'aggravio della necessità di pompaggio per quella che finisce nelle reti facenti capo a idrovore. Inoltre, la concentrazione della domanda nelle ore diurne, con l'impossibilità di soddisfarla, essendo la rete proporzionata per un esercizio di ventiquattr'ore su ventiquattro. Infine, la necessità di dover invasare l'intera rete qualora si volessero soddisfare le pur modeste esigenze dei semenzai e di particolari colture a ciclo invernale.
A causa di questi inconvenienti, il consumo sale a 9.000 metri cubi per ettaro effettivamente irrigato, con evidenti limitazioni della superficie irrigabile con le acque disponibili.
Altro elemento da tenere presente e la modificazione intervenuta negli originari profili altimetrici a causa dell'assestamento naturale dei terreni di bonifica, per cui si richiedono rifacimenti frequenti, per garantire un minimo di funzionalità.
Modeste le esigenze di completamento delle opere di sistemazione idraulica nel comprensorio del Bradano-Metaponto; in quello dello Stornara e del Tara rimane invece da affrontare il problema della regolamentazione delle acque alte e di quelle zenithali.
Per la sistemazione delle foci dei più importanti collettori di bonifica si dovranno completare le progettazioni esecutive anche mediante indagini e prove su modello. Da proseguire, infine, la sistemazione dei bacini montani.

Complesso Nuovo Sinni

Si basa sull'utilizzazione del nuovo invaso di Monte Cotugno sul Sinni (capacità utile: 450 milioni di metri cubi) e interessa i terreni alti dell'arco jonico (derivazione a quota 220 metri sul livello del mare) per complessivi 57.675 ettari, di cui 20.600 nel comprensorio del Metaponto, 2.680 nel comprensorio calabrese del Ferro e dello Sparviero, e 34.395 nei comprensori della Stornara e della Conca di Taranto.
Sviluppo della rete distributrice:


La disponibilità idrica destinata al complesso irriguo è di 231 milioni di metri cubi, di cui 218 provenienti dal fiume Sinni e 13 milioni provenienti dalla falda sotterranea della zona del Taranno. I rimanenti 24 milioni di metri cubi sono destinati all'alimentazione del Metapontino Basso, già serviti con sollevamento.
Si prevede di realizzare schemi distributivi con tubazioni in pressione per l'irrigazione a pioggia, per sedici ore su ventiquattro in tutte le aree servite. Parzializzazione all'80 per cento; dotazione annua, 4.500 metri cubi per ettaro.
L'ordinamento colturale previsto e il seguente:


La situazione idraulica si presenta impegnativa, non tanto sotto l'aspetto del drenaggio (che interessa quasi esclusivamente la Conca di Taranto), quanto per la necessità di garantire un regolare deflusso delle acque meteoriche nelle zone pianeggianti ove i corsi d'acqua naturali hanno sezioni di deflusso inadeguato, sono soggetti a continui ed estesi smottamenti sulle sponde e provengono da bacini fortemente crodibili.

Gravina Pentecchia

Non vi sono al momento zone servite da impianti irrigui pubblici. Sono all'esame possibilità di costruire tre invasi, della capacità complessiva di 37 milioni di metri cubi, per irrigare 8.000 ettari, parte in Puglia, parte in Basilicata.

Complesso Alta Val d'Agri

La fonte idrica è costituita dalle fluenze del fiume Agri e da alcuni suoi affluenti, e da acque sorgive locali. Dotazione annua, 3.800 metri cubi per ettaro per l'irrigazione di 8.400 ettari:


Necessità di proseguire l'opera di sistemazione idraulica dei terreni interessati.

Complesso Basento-Ofanto

Interessa l'area interna della Basilicata, compresa tra le quote 400 e 350 metri
sul livello del mare, appartenenti ai bacini dell'Alto Bradano e dell'Alto
Ofanto (Venosino).
Il complesso irriguo, che si estende per 28.800 ettari, e dominato da due invasi nel contiguo bacino del Bradano, nell'agro di Acerenza e Genzano per una capacità complessiva di cento milioni di metri cubi. Con questi invasi sarà possibile regolare le acque da addurre - per mezzo di una galleria di valico - dal bacino del Basento, prelevato mediante la traversa di Trivigno sull'asta principale del fiume e mediante la diga esistente del Camastra.
Con questo complesso, si conta ed trasformare gli ordinamenti esistenti, che sono basati sulla cerealicoltura estensiva, in ordinamenti caratterizzati dalla presenza di foraggere, barbabietola e frutteti.
L'impianto e previsto "alla domanda", con una parzializzazione del 30 per cento e una dotazione annua di 4.900 metri cubi per ettaro, pari a un fabbisogno di 98 milioni di metri cubi (dei 175 milioni disponibili alle sezioni di prelievo dei deflussi).
Generale esigenza di sistemazione idraulica del comprensorio.

Complessi Basentello

Comprende i terreni della Valle del Basentello, affluente di sinistra del Bradano, a valle dello sbarramento di Serra del Corvo (capacità di invaso di 41,7 milioni di metri cubi) e terreni della Valle del Bradano, a monte di San Giuliano.
L'alimentazione e assicurata da questa diga e da altri sbarramenti. L'impianto è "alla domanda" per complessivi 6.000 ettari suddivisi in tre lotti:


In caso di necessità si prevede di far ricorso all'integrazione con acque dello schema idraulico Ofanto-Osento.
E' stato previsto il finanziamento degli interventi per la sistemazione idraulica dell'asta del Basentello che attraversa tutto il perimetro irriguo. In un secondo momento, si dovranno completare le sistemazioni idrauliche dei terreni interessati dai vari affluenti.

Complessi minori lucani

Nelle zone interne della Basilicata, lungo il fondovalle dei principali corsi d'acqua, sono in esercizio o in corso di esecuzione e completamento complessi diversi, per un totale di dominazione di 4.180 ettari, così ripartiti:


Si deve inoltre menzionare lo schema Gravina-Pentecchia (ettari 7.880), le cui acque dagli invasi previsti saranno disponibili nel breve periodo.
Per l'Alto Sinni, l'Alto Basentello e l'Alto Noce, ultimate le ricerche per la progettazione e costruzione di invasi per complessivi 7.000 ettari da irrigare. A parte i complessi di notevole estensione, come ad esempio quello dell'Alto Bradano, gli altri non presentano particolari problemi di sistemazione idraulico-agraria, in quanto si tratta di fondovalle dove l'agricoltura ha già tradizioni consolidate.


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