Dove volano le cicogne




Romana Turchini



Ha scritto Fulco Pratesi: "La vasta e ondulata pianura, teatro delle cacce di Federico II, che circonda il Gargano verso occidente e a sud, offre all'ornitologo degli spettacoli e delle visioni assolutamente incredibili. Solo in pochi altri luoghi d'Italia, come le Valli di Comacchio, gli stagni sardi e le oasi WWF della Maremma, è possibile ammirare simili concentrazioni e tale varietà di uccelli migratori. Il tutto, in un paesaggio immenso, statico, immerso in un silenzioso misticismo".
Siamo in Capitanata. E la prima ragione di questa ricchezza è la posizione geografica di questa terra rispetto alle correnti migratorie balcaniche: gli uccelli, soprattutto anitre selvatiche e trampolieri, che hanno nidificato nelle tundre lapponi e nella puszta ungherese, scendono verso sud, seguendo le coste della Jugoslavia, da tempo meno infestata dai cacciatori. Giunti in prossimità dello sperone garganico, "tagliano" e si dirigono verso l'Africa, senza disperdersi lungo le coste e le isole della Grecia, per giungere con un lungo volo nelle paludi transahariane. E' così che sostano (e alcuni svernano) volentieri negli specchi d'acqua delTavoliere.
Poi, c'è il fatto - tutto recente - del divieto di caccia (o quantomeno della sua regolamentazione) che vige in numerosi ambienti umidi pugliesi e che favorisce la permanenza dell'avifauna. Le doppiette infuriano da agosto a marzo: non si è ancora riusciti a farle tacere per tutto l'anno, e per un ragionevole arco di tempo, al fine di consentire i grandi ritorni, ai quali eravamo abituati da ragazzi, quando ci bastava alzare gli occhi al cielo per vedere le folte "frecce" dei migratori in viaggio per i laghi Alimini.
Cominciamo da Nord, dai laghi di Lesina e di Varano. L'area più importante è senza dubbio quella di Lesina, avvolta dai canneti e "immersa in una pace lunare". Splendida e ancora intatta, almeno nella parte centrale, la lunga duna che separa il lago dal mare: si tratta di uno dei tre o quattro tratti della costa italiana in cui non si noti traccia di alberghi, residences, ville, stabilimenti; non vi sono neanche strade. Qui la Regione Puglia intende creare un Parco. A sud del Gargano, superate Manfredonia e la piccola, magnifica Chiesa di Siponto, si apre la più interessante area palustre dell'italia Meridionale. Tutta una serie di paludi e acquitrini, di peschiere e saline, di prati umidi e stagni che, quasi senza soluzione di continuità, giungono fino a Barletta.
Aggiunge Pratesi: "Basta percorrere lentamente ( ... ) la strada costiera: ad ogni passo si offrono, guardando verso l'entroterra, visioni di sogno: come la palude di Frattarolo, più a nord, con boscaglie di tamerici, isolotti di canneti e giunchi, una varietà impensabile di uccelli, specialmente da marzo a giugno: cavalieri d'Italia, garzette, aironi, purtroppo fortemente decimati dal bracconaggio che vi imperversa e che richiederebbe la creazione di un'oasi di protezione".
Più a sud, delimitata da cartelli (compresi quelli nero-gialli coi panda del WWF), la celebre riserva "Daunia Risi" In questo ambiente, per metà coltivato e per metà gestito a "valle da caccia e da pesca", sostano in autunno, in inverno e in primavera migliaia di anitre selvatiche e di folaghe. Vi nidificano, fra gli altri, aironi e svassi, basetti e morette tabaccate. Durante l'inverno, quando più forte è la stretta delfreddo nelle paludi dell'Europa Orientale, molte oche, selvatiche arrivano in questa area, protette da un accordo tra il WWF e i gestori della riserva.
Ancora a sud, "ecco altre zone di intensa bellezza e ricche di fauna": si tratta, incredibile e dirsi, di aree bonificate nel dopoguerra, che sono state poi riallagate da intelligenti imprenditori che dal pesce e dalla selvaggina ricavano molto più che non dai grami coltivi. Molti uccelli a caccia chiusa, pochi da agosto a marzo: sosta degli storni solo in primavera-estate.
Poco dopo Zapponeta, con la località Alma Dannata si apre la più vasta zona protetta per uccelli acquatici in Italia: la salina di Margherita di Savoia, che un felice accordo tra l'Amministrazione dei Monopoli di Stato e l'Azienda di Stato per le foreste demaniali ha trasformato in riserva naturale. E ogni inverno, nei suoi 3.800 ettari ben sorvegliati dal
servizio parchi e riserve del Ministero dell'Agricoltura e Foreste, sostano migliaia e migliaia di uccelli: le variopinte volpoche, i fischioni, i codoni, le folaghe, i moriglioni, i mestoloni. E in primavera avanzata predominano i cavalieri d'Italia, i fraticelli, i fratini e altri limicoli che nidificano sugli arginelli sabbiosi.
Molto più a sud, in direzione di Lecce, sulla sponda adriatica, "un altro gioiello della natura pugliese": chiusa tra la pineta e il mare, l'oasi WWF delle "Cesine" rappresenta "l'ultimo brandello di un litorale ormai travolto dalle seconde case e dai condomini: pineta folta che si eleva su un sottobosco profumato di rosmarini, cisti, mirti e lentischi, un lago azzurrissimo circondato da un canneto". Anche qui, moriglioni austeri, foleghe dal becco d'avorio, potenti germani reali, falchi di palude silenziosi che sostano prima di sorvolare lo Jonio. E altissime concentrazioni di uccelli: discendenti, forse, di quelli che hanno abbandonato l'area morta dei Laghi Alimini.

Banca Popolare Pugliese
Tutti i diritti riservati © 2000