Il Convegno Internazionale di Studi Storici "Otranto 1480"




V. Z.



Tra le numerose manifestazioni, organizzate dalla Città di Otranto per commemorare il V Centenario della sua eroica vicenda, è stato inserito un Convegno Internazionale di Studi Storici, il primo dopo 500 anni, che si è tenuto a Otranto dal 19 al 23 maggio sotto l'alto patronato del Presidente della Repubblica.
Esemplare per l'aspetto organizzativo e logistico e per la cordiale ospitalità di cui va dato atto all'Amministrazione Comunale, al sindaco Salvatore Miggiano e ai suoi infaticabili collaboratori, nonché all'Azienda di Soggiorno, presieduta da Alfio Medea.
Qualificatissima, naturalmente, l'organizzazione scientifica affidata ad un comitato di cui sono stati presidente il prof. Francesco Gabrieli e segretario il prof. Cosimo Fonseca, e composto, altresì, dai proff. Francesco M. De Robertis, Giuseppe Ermini, Michele Maccarrone, Raffaello Morghen, Donato Moro, Armando Saitta, Francesco Sisinni, Francesco Tateo, Giovanni Vitucci.
La cerimonia di apertura ha avuto luogo in Cattedrale alla presenza dell'Arcivescovo di Otranto e dell'Ambasciatore di Turchia. Dopo gli indirizzi di saluto dell'Arcivescovo, del Sindaco, del Presidente dell'Amministrazione Provinciale Licchetta, del Presidente della Regione Quarta, ha tenuto la prolusione il prof. Gabrieli.
I lavori del convegno sono stati attentamente seguiti da studiosi e da numerosi giovani.
Relazioni e comunicazioni, arricchite da utili integrazioni in sede di discussione, hanno scandagliato cinque filoni conduttori: politica turca, politica aragonese, organizzazione militare del tempo, fonti letterarie, religiosità. (Non avrebbero guastato indagini sulla politica degli altri Stati italiani ed europei, sulla lingua e la iconografia).
Sul versante turco i proff. Sakiroglu e Dyarberkirli hanno configurato i caratteri dell'impero Ottomano nel Rinascimento e segnatamente durante il governo di Maometto li, confermando gli intensi contatti con l'Occidente e le aspirazioni di quel colto sovrano sul Salento ex bizantino.
Più vicina alla situazione di Otranto la relazione del prof. Gallotta dell'istituto Orientale di Napoli il quale, attraverso fonti turche, ha fornito interessanti notizie sull'impresa turca del 1480, sulle fasi preparatorie della stessa e la conoscenza che si aveva ad Istambul della situazione, politica e militare, italiana e pugliese.
Altrettanto incisiva e stimolante la relazione del belga prof. Verlinden sulla tratta e il mercato degli schiavi, commercio florido specialmente in tempo di guerra, sia in Oriente che in Occidente.
Per la politica aragonese, Giuseppe Galasso ha approfondito il ruolo europeo e mediterraneo del Regno di Napoli, individuandone le cause del progressivo declino nelle molteplici implicazioni di carattere dinastico, economico, geografico che travagliarono il Mezzogiorno sotto Alfonso il Magnanimo e Ferrante I. Giancarlo Vallone, prendendo come spunto la presenza del Castriota in terra d'Otranto, ha loro riconosciuto la funzione di pedine strategiche nella politica feudale aragonese.
Per l'organizzazione militare nel sec. XV, il Gen. Alberto Rovighi ha fatto il punto sulle tecniche belliche dell'epoca, riconoscendo ai Turchi una superiorità schiacciante nei confronti dell'Occidente, mentre Vittorio Zacchino ha ricostruito puntualmente, su inediti documenti diplomatici, scorrerie e saccheggi, battaglie terrestri e navali, opere d'approccio e d'ingegneria militare progettate ed eseguite durante l'assedio di Otranto, consistenza delle forze in campo, artiglieria, caduti, feriti, prigionieri.
Della vastissima letteratura che dalla vicenda otrantina trasse ispirazione, si sono occupati magistralmente: Francesco Tateo per l'età umanistica; Aulo Greco per il celebre Lamento di Vespasiano da Bisticci; Aldo Vallone dell'immensa ma poco valida, produzione apparsa dal '600 ai nostri giorni. Donato Moro ha, invece, dedicato la propria analisi ad alcune fonti di particolare interesse per gli avvenimenti otrantini (D'Acello, Rifacimento otrantino, Laggetto, Marziano, Cardami, Coniger), depurandole da superfetazioni agiografiche ed encomiastiche e da esaltazioni municipalistiche.
Il panorama religioso è stato esplorato con maestria da Armando Saitta che ha lumeggiato contrasti teologici, profezie, conversioni sia in direzione cristiana che maomettana.
Più aderenti alla realtà otrantina e salentina, le indagini: del padre Alessandro Galluzzi relative alla influenza di alcune correnti religiose meridionali sulla testimonianza di Otranto; del belga Andrè Jacob sulla cultura e spiritualità delle nostre comunità nei secc. XI-XVI, attraverso i codici provenienti dalla Terra d'Otranto e sparsi nelle biblioteche d'Europa; di Mons. Antonio Antonaci sul contributo del Monastero di S. Nicola di Casole alla cultura letteraria e filosofica del Salento. Il prof. Fonseca, in una limpida sintesi, ha condensato quanto dal convegno era emerso, sia sul piano delle conferme, sia su quello della innovazione storiografica, sottolineando specialmente l'incontro costruttivo tra studiosi turchi ed europei.
Ricambiando i ringraziamenti, il sindaco Miggiano ha annunciato la costituzione di un Centro di studi otrantini che indagherà su Otranto e il Salento, d'intesa con diversi Istituti universitari italiani ed esteri.
Con la prossima pubblicazione degli Atti resteranno pure a memoria di questa importante manifestazione il sofferto manifesto eseguito da Lionello Mandorino e la splendida medaglia commemorativa del V Centenario.

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