I premi Nobel per l'economia dal 1969 al 1979




Franco Poma



L'istituzione del Premio Nobel è legata, come è ben noto, al nome di Alfred Nobel (1833 - 1896), chimico svedese, a cui si deve, fra l'altro, la scoperta della nitroglicerina in funzione di esplosivo e della dinamite, in polvere e sotto forma di gelatina. Con l'immensa ricchezza, frutto di queste scoperte, sovvenzionò il Premio Nobel, da conferirsi a coloro che avevano reso "i maggiori servigi all'umanità". Tali premi vengono attribuiti da diverse Accademie svedesi alle personalità viventi distintesi nei campi della Fisica, Chimica, Medicina, Letteratura, Pace. Dal 1969, per iniziativa della Banca di Svezia, il Premio Nobel è stato esteso anche all'Economia. Passiamo in rassegna, in ordine cronologico, le personalità insignite di questo prestigioso riconoscimento, ponendo in rilievo sia le motivazioni del premio, sia i più rilevanti contributi di ciascuno studioso.

1969

I primi economisti che hanno ricevuto il Nobel sono stati il norvegese Frisch e l'olandese Tinbergen, "per aver sviluppato ed applicato modelli dinamici nell'analisi dei processi economici (con riferimento alle specificazioni matematiche di Frisch e alle quantificazioni empiriche di Tinbergen)".

R. FRISCH (1895 - 1973), professore presso l'Università di Oslo. E' stato fra i fondatori dell'indagine econometrica, partecipando nel 1930 (con I. Fisher e altri economisti) alla costituzione della Società Internazionale di Econometria, dirigendo per molti anni la rivista "Econometrica", organo ufficiale di tale Società. Ha diretto numerose ricerche, soprattutto relative ai procedimenti dinamici della produzione, alla contabilità nazionale, e alla teoria della pianificazione. Nelle sue analisi nel campo specifico della politica economica, si è impegnato nell'individuazione delle basi empiriche delle diverse ipotesi utilizzando "modelli di decisione" da lui stesso elaborati. Sue opere significative sono: "Problemi di propagazione e di impulso nella dinamica economica" (1933); "Sulla nozione di equilibrio e di disequilibrio" (1936); "Leggi tecniche ed economiche della produzione industriale" (1965).

J. TINBERGEN (1903), professore presso la Netherlands School of Economics. E' stato consulente della Società delle Nazioni dal 1936 al 1938; direttore dell'Ufficio Centrale di Pianificazione dell'Olanda e dal 1960 Presidente del Comitato dell'ONU per la pianificazione e lo sviluppo. I suoi contributi sono numerosi e importanti, soprattutto nel campo dell'econometria, dei problemi dello sviluppo e della programmazione, dello studio del ciclo economico. li suo libro più noto è "Econometria", in cui i fatti economici vengono considerati dal punto di vista quantitativo. Dal momento della sua pubblicazione (1950), esso è diventato un costante punto di riferimento sia per il dibattito teorico, sia per l'applicazione operativa nei modelli di politica economica. Altre sue opere importanti sono: "Sviluppo e pianificazione" e "Principi e metodi della politica economica".

1970

In quest'anno è stato laureato Nobel per l'economial 'americano Samuelson, "per aver fatto più di qualunque altro economista per innalzare il livello dell'analisi scientifica nella teoria economica".

P. A. SAMUELSON (1915), professore di economia nel Massachusetts Institute of Technology (MIT). Ha dato contributi originali in tutti i campi dell'economia, come sottolinea la motivazione dei premio: "La sua estesa produzione, che copre praticamente tutti i settori dell'analisi economica, è caratterizzata da un'eccezionale abilità nel derivare nuovi e importanti teoremi e nell'individuare nuovi campi di applicazione per i teoremi esistenti". Appare in effetti difficile richiamare, anche solo per cenni, i teoremi che portano il suo nome: segnaliamo soltanto la sua analisi dell'interazione fra acceleratore e moltiplicatore, la teoria delle preferenze rivelate che libera le teorie del consumatore dai legami con il concetto tradizionale di utilità cardinale), i contributi in tema di commercio internazionale. Fra i suoi volumi, citiamo "I fondamenti dell'analisi economica" (1947), che è giustamente considerato il frutto più maturo dell'analisi neoclassica; "Programmazione lineare e analisi economica" (1958); "Economia", che con le sue numerose edizioni in tutte le lingue è certamente il manuale di economia più diffuso nel mondo.

1971

Il premio è stato assegnato a Kuznets, americano di origine russa, con questa nuova motivazione: "L'attività scientifica di Kuznets ha consentito una conoscenza nuova e più approfondita della struttura e dello sviluppo dei sistemi economici e sociali. Più di qualsiasi altro studioso ha illuminato con i fatti e spiegato con l'analisi lo sviluppo economico degli ultimi cento anni".

S. KUZNETS (1901), in una serie di monografie, ha redatto una specie di inventario mondiale delle conoscenze empiriche. I suoi studi sui principali aspetti dello sviluppo presentano delle valutazione statistiche del reddito nazionale, e dei suoi principali componenti, indispensabili per capire gli aspetti essenziali dello sviluppo economico dei diversi Paesi. Negli anni precedenti la seconda guerra mondiale, Kuznets si è occupato soprattutto di misurare il livello del reddito nazionale, pervenendo a serie storiche precise e sufficientemente attendibili. Esse hanno offerto la base per numerosi studi teorici intesi a spiegare l'evidenza empirica: si pensi solo alle ricerche sulla funzione del consumo che hanno fatto seguito alla pubblicazione del volume "II prodotto nazionale in U.S.A. dal 1869" (1946). Nelle opere più recenti ("Verso una teoria dello sviluppo economico", 1968), Kuznets ha studiato le caratteristiche dello sviluppo economico, evidenziando tutti i possibili collegamenti fra sviluppo e altre variabili, tradizionalmente trascurate dagli altri economisti. Altre sue opere importanti sono: "II reddito nazionale e la sua composizione" (1941), "Sei letture sullo sviluppo economico" (1959), "Lo sviluppo economico delle nazioni" (1971).

1972

Il premio è stato attribuito a due economisti anglosassoni, Hicks, inglese e Arrows, statunitense, "per il loro contributo fondamentale allo sviluppo della teoria dell'equilibrio economico generale e alla teoria del benessere".

J. R. HICKS (1904), docente di economia a Cambridge. I suoi contributi riguardano numerosi campi dell'economia. Nel suo primo libro importante, "La teoria dei salari" (1932), egli ha studiato l'influenza del progresso tecnico sulla distribuzione del reddito. Un altro lavoro di notevole interesse è "Valore e capitale" (1939), dove, tra il resto, ha dimostrato che lo strumento paretiano delle curve di indifferenza può trovare utile impiego nello studio dell'equilibrio del consumatore. Rilevanti anche i suoi lavori sul ciclo economico: il modello di fluttuazione ciclica che tiene conto dell'influenza dell'acceleratore è ormai entrato a far parte dei moderni testi di macroeconomia. li suo articolo forse più famoso è "Keynes e i classici: una proposta di interpretazione": in tale articolo, Hicks ha cercato di conciliare la teoria keynesiana con i postulati dell'economia classica. Di particolare rilievo è lo schema semplificato di interpretazione della Teoria generale di Keynes (curve IS - LM).

K. ARROW (1922), è il più giovane fra i vincitori del premio. Nel 1954 ha dato un notevole contributo allo studio di una teoria dell'equilibrio economico generale che tenga conto delle scelte in condizioni di incertezza e delle decisioni decentrate in un sistema in cui i prezzi sono stabiliti da un'autorità centrale ("Esistenza di condizioni di equilibrio in un'economia concorrenziale", scritto in collaborazione con G. Debreu). Successivamente si è dedicato allo studio dei problemi dell'economia del benessere, analizzando i problemi relativi alla costruzione di una funzione del benessere collettivo partendo dalle preferenze individuali ("Scelta sociale e valutazione individuale"). Molto interessanti anche le sue analisi sull'applicazione del modelli matematici all'economia ("Metodi matematici e scienze sociali").

1973

Il Nobel è stato vinto da Leontief, studioso americano di origine russa, "per aver sviluppato il metodo delle interdipendenze strutturali, applicandolo ai più importanti problemi economici".

W. LEONTIEF (1906), professore di economia all'Università di Harvard. I suoi contributi interessano vari campi dell'economia, ma è conosciuto soprattutto per l'elaborazione e l'applicazione dell'analisi input-output. Le prime tavole input-output sono apparse nel libro "La struttura dell'economia americana dal 1919 al 1929" (1936); altre tavole più complete sono state predisposte nel 1944. Negli anni '50 le tavole delle interdipendenze strutturali sono state introdotte anche in URSS da 0. Lange, che ha insegnato ad Harvard per diversi anni. Il metodo input-output offre la possibilità di analizzare sistematicamente le transazioni intersettoriali in un sistema economico. Leontief ha anche applicato il suo metodo al commercio internazionale; fra i risultati conseguiti in tali studi, la constatazione che le esportazioni americane presentano un contenuto relativo di lavoro superiore alle importazioni, in contrasto con le conclusioni di Heckscher-Ohlin ("paradosso di Leontief"). Negli ultimi anni, gli interessi di questo Autore si sono rivolti soprattutto ai problemi di sviluppo delle economie sottosviluppate. Una prima valutazione dei problemi e delle possibili strategie si trova nel volume "II futuro dell'economia mondiale".

1974

Sono risultati vincitori del premio Nobel lo svedese Myrdal e Hayek, inglese di origine austriaca, "per aver svolto un'opera pionieristica nella teoria monetaria e delle fluttuazioni cicliche, e per aver condotto approfondite analisi interdisciplinari in campo economico, sociale ed istituzionale".

G. K. MYRDAL (1898), ha alternato all'insegnamento universitario una lunga attività sia come politico direttamente impegnato (è stato anche ministro svedese del commercio estero), sia come funzionario di altissimo grado in organismi economici internazionali (segretario della Commissione Economica per l'Europa delle Nazioni Unite). Nelle sue opere si trova una critica lucida e serrata al sistema capitalistico, soprattutto per la incapacità del capitalismo ad assicurare un'equa distribuzione del reddito a livello nazionale ed internazionale. I suoi studi su questo argomento sono universalmente noti. Fra gli altri si segnalano "Un dilemma americano: il problema dei negri e la democrazia moderna" (1944) e "II dramma dell'Asia: un'inchiesta sulla povertà delle nazioni" (1968). Importanti anche i suoi studi di carattere metodologico: fra i diversi campi da lui indagati, ricordiamo quello relativo al ruolo dei giudizi, di valore nello studio dei fatti e delle concezioni scientifiche ("L'elemento politico nella formazione delle dottrine dell'economia pura", 1930); e le sue analisi sulla natura delle leggi scientifiche ("L'obiettività nelle scienze sociali. L'illusione della 'neutralità' della scienza", 1969).

F. von HAYEK (1899), già Direttore dell'Istituto Austriaco di Ricerche Economiche e professore all'Università di Vienna, è stato sino al 1950 insegnante alla London School of Economics, e successivamente docente di scienze sociali e morali all'Università di Chicago. Ha dato numerosi contributi all'economia e alle scienze sociali: con Robbins ha negato la possibilità pratica, per un'economia collettivista, di pervenire ad un corretto calcolo economico (in famosi saggi contenuti nel volume "Pianificazione economica collettivistica", 1935); in contrasto con Keynes, fin dagli anni '30, ha sostenuto che l'espansione della spesa pubblica non porta alla piena occupazione dei fattori, ma a squilibri generalizzati che si risolvono in disoccupazione ed inflazione. Per lunghi anni ha difeso il meccanismo di mercato contro le eccessive ingerenze del potere pubblico. Il nucleo fondamentale del suo pensiero si trova nelle seguenti tre opere: "Prezzi e produzione" (193 1); "Teoria monetaria e ciclo economico" (1933); "La teoria pura del capitale" (1941).

1975

L. Kantorovich e T. Koopmans, russo il primo, olandese il secondo, hanno ricevuto il Nobel con la seguente motivazione: "per essere pervenuti in modo indipendente all'individuazione dei modi migliori per l'utilizzazione delle risorse esistenti, al fine di produrre differenti beni e servizi".

L. KANTOROVICH (1912), economista e matematico, è stato il primo cittadino sovietico a vincere il Nobel. L'assegnazione a questo studioso del prestigioso riconoscimento ha suscitato polemiche, in quanto nell'Unione Sovietica Kantorovich è considerato un "revisionista" (o addirittura un dissidente). E' stato, con G. Dantzig, il fondatore della programmazione lineare, ossia del metodo matematico che consente di giungere a scelte economiche ottimali. Egli giunse all'elaborazione del criterio di scelta ottimo fra diversi piani attraverso studi di microeconomia (nel 1938 una fabbrica di Leningrado per la produzione di legno compensato gli chiese di risolvere il problema della ottima distribuzione del lavoro fra i suoi impianti, in modo da massimizzare la produzione), successivamente estesi a livello macroeconomico. Sue opere fondamentali sono: "Metodi matematici per organizzare e pianificare la produzione" (1939); "Calcolo economico e utilizzazione delle risorse" (1959); "Soluzioni ottimali in economia" (1972).

T. C. KOOPMANS (1910), naturalizzato americano e docente a Yale, si è interessato, come Kantorovich, al problema dell'utilizzazione ottimale delle risorse. Il suo apporto più originale all'economia è costituito dall'analisi delle attività, che ha costituito il filo conduttore della sua ricerca teorica. In un saggio famoso, dal titolo "Allocazione delle risorse e sistema dei prezzi" (1957) ha posto in luce le relazioni fra efficienza produttiva e sistema dei prezzi, utilizzando gli strumenti matematici più avanzati, fra cui la programmazione lineare. In generale, si è avvalso della analisi delle attività per una riformulazione dell'intera teoria neoclassica. Si è anche ampiamente interessato di problemi metodologici, con particolare riguardo all'uso di modelli economici e all'interazione fra strumenti di analisi e problemi economici. I suoi più famosi saggi sull'argomento ("La costruzione della conoscenza economica" e "Interazione fra strumenti e problemi nell'economia") sono raccolti nel volume "Tre saggi sullo stato della scienza economica" (1957).

1976

Il premio Nobel è stato assegnato a Milton Friedman, economista statunitense, esponente di primo piano della Scuola monetarista.

M. FRIEDMAN (1912), professore di economia all'Università di Chicago, è consulente di importanti organismi governativi. Collabora da molti anni alle ricerche del National Bureau of Economic Research. Notevoli i suoi contributi nei diversi campi dell'economia: nel volume "Saggi di teoria economica positiva" (1952) ha proposto la teoria del "reddito permanente", sulla base di una imponente ricerca empirica relativa al comportamento del consumatore statunitense. Su questo importante problema (che ha notevolmente interessato gli economisti dopo che le indagini statistiche di Kuznets non hanno convalidato la teoria keynesiana del consumo) è ritornato nel volume "Teoria della funzione del consumo" (1957). Importanti i suoi contributi alla riformulazione della teoria della moneta, che si ricollegano alla originaria teoria quantitativa di Fisher. Negli ultimi anni, Friedman si è interessato soprattutto ai problemi monetari: segnaliamo, tra le altre, le seguenti opere: "Teoria dei prezzi" (1962); "Storia monetaria degli Stati Uniti, 1867 - 1960" (1963); "La quantità ottima di moneta" (1969). In queste ultime opere, si nota la preoccupazione dell'autore di pervenire a terapie efficienti contro l'inflazione: la più efficace, secondo Friedman, consiste nell'aumento contenuto di emissioni monetarie, preannunciato dalle autorità preposte alla politica economica.

1977

Sono stati insigniti del premio l'economista svedese Ohlin e l'inglese Meade, "per aver offerto un contributo originale alla moderna teoria del commercio internazionale e a quello della politica economica internazionale".

B. OHLIN (1899), più volte ministro svedese per il commercio estero, ha una lunga esperienza politica, essendo stato per oltre vent'anni leader del partito liberale svedese. La sua fama di economista è dovuta particolarmente ai suoi studi sul commercio internazionale, che hanno avuto la prima espressione nel volume "Commercio internazionale e interregionale" (1933): tutti i testi di economia accolgono la "teoria di Heckscher-Ohlin" sul commercio internazionale, che pone l'accento sulla differente dotazione di fattori produttivi come condizione fondamentale del commercio e dei vantaggi dei diversi Paesi (o Regioni) che entrano in rapporto di scambio. Come già abbiamo detto, la teoria è stata criticata da Leontief. Importanti anche i suoi contributi di politica economica, che si inseriscono nelle ricerche condotte dalla "Scuola economica svedese" (il cui esponente principale è forse Myrdal). Questi studi erano finalizzati all'individuazione degli strumenti monetari, fiscali, e della politica dei redditi, atti ad assicurare il pieno impiego del lavoro.

J. F. MEADE (1907), economista inglese, con vasti interessi scientifici, ha dato importanti contributi alla teoria del commercio internazionale, dell'economia del benessere e ai problemi dello sviluppo economico. Il suo volume più noto è "La teoria della politica economica internazionale" (1955), basato su un notevole impegno statistico; in esso si sostiene l'opportunità di basare il meccanismo dei pagamenti internazionali su un sistema di cambi flessibili. Meade si è dedicato, negli ultimi anni, allo studio dei problemi della politica economica, impiegando la metodologia della scuola neoclassica: la summa delle sue ricerche si trova nel recente trattato dal titolo "Principi di politica economica". Le idee fondamentali si possono così riassumere: l'obiettivo prioritario della politica economica è la piena occupazione, ma dato che il raggiungimento di questo obiettivo può generare tensioni inflazionistiche, è opportuno adottare una politica dei redditi in grado di impedire una dinamica perversa dei salari e dei prezzi, insieme ad un controllo della quantità di moneta in circolazione.

1978

Il premio Nobel è stato assegnato all'economista americano Simon, "per il suo apporto pionieristico nel campo dell'analisi e dei processi decisionali e dell'organizzazione delle imprese sia private che pubbliche".

H. A. SIMON (1916), economista statunitense, esperto di problemi di gestione aziendale. Anche se la produzione scientifica di Simon è molto ampia, i commissari svedesi hanno voluto premiare soprattutto la sua attività di studioso della realtà aziendale, nei suoi diversi aspetti "sia per quanto riguarda lo studio del management, sia per quanto concerne la conduzione della moderna impresa industriale". Nei volumi "Comportamento amministrativo" (1947), "Organizzazioni" (1958) (e in altre opere, fra cui citiamo "Direzione d'impresa e automazione", "Le scienze dell'artificiale"), Simon ha studiato la struttura e l'organizzazione delle imprese, considerate come un sistema composto da elementi fisici, personali e sociali, collegato da una complessa rete di comunicazioni e dalla finalità di cooperare per uno scopo comune. Le sue ricerche hanno contribuito a forgiare "una serie di strumenti per comprendere i processi decisionali delle imprese multinazionali e delle imprese pubbliche".

1979

Ancora una volta il premio Nobel è stato attribuito exaequo a due studiosi, A. Lewis (è il primo vincitore non bianco del premio, nato a S. Lucia nelle Antille) e C. Schultz, americano "per aver spiegato un impegno profondo nella soluzione dei problemi del bisogno e della povertà del mondo", e per aver seguito "un indirizzo di ricerca che dà grande importanza ai fatti e alla ricerca empirica".

A. LEWIS, noto studioso dei problemi del sottosviluppo economico, ha indagato in una serie di lavori i rapporti intercorrenti fra mondo industrializzato e Terzo Mondo. Il suo interesse principale è costituito dal problema dell'arretratezza economica nelle economie sottosviluppate e in quelle in via di sviluppo, con particolare riguardo agli studi sulla programmazione economica e sugli interventi intesi a favorire lo sviluppo. La sua opera più nota è "Sviluppo con offerta illimitata di lavoro" (1954), che offre un modello di sviluppo successivamente applicato per interpretare la realtà del sottosviluppo economico. Nel libro "Teoria dello sviluppo economico" (1955) ha studiato le interrelazioni tra settore moderno e settore arretrato nelle economie in via di sviluppo. In tale opera ha anche richiamato, fra i primi studiosi di problemi dello sviluppo economico, i rischi connessi alla crescita dell'economia.

T. W. SCHULTZ, studioso statunitense, già presidente dell'American Economic Association, è soprattutto noto per le sue ricerche nel campo dell'economia agricola: la sua opera più famosa è "La trasformazione di un sistema agricolo tradizionale" (1964). In essa ha richiamato l'importanza del ruolo dell'agricoltura nel processo di crescita economica: ciò è di singolare importanza, soprattutto se si pensa che allora la totalità degli economisti si schieravano a favore dell'industrializzazione, come via obbligata al decollo). I problemi dello sviluppo economico sono ampiamente discussi nei saggi raccolti nel volume "Sviluppo economico e agricoltura" (1968), dove vengono passati in rassegna i problemi relativi alle trasformazioni agricole, alla crescita della popolazione, alla povertà, all'istruzione. Schultz ha dato anche contributi pionieristici ad un nuovo ramo di ricerca, noto con il nome di economia dell'istruzione.


Banca Popolare Pugliese
Tutti i diritti riservati © 2000