ANNI '80

Ancora in corsa




Ulrico Buttini



Nel 1979 la crescita dell'economia italiana ha superato le previsioni più ottimistiche e la stessa ripresa di fine anno è andata al di là di qualsiasi aspettativa. Tendenze analoghe hanno caratterizzato numerosi altri Paesi industriali. Tuttavia, la situazione attuale è instabile. La "supertassa petrolifera" nel corso del 1980 ridurrà i redditi privati, e solo un aumento del disavanzi pubblici in molti Paesi può evitare una recessione mondiale.
La recessione americana, i continui aumenti del prezzo del greggio, le politiche economiche restrittive in molte aree industriali del pianeta avrebbero dovuto frenare l'economia generale nel corso del 1979. Niente di tutto ciò si è verificato. La recessione americana non si è avviata; le restrizioni monetarie finora non hanno inciso in maniera negativa; i rincari petroliferi hanno avuto i previsti effetti inflazionistici, ma le loro ripercussioni deflazionistiche si fanno attendere. Dopo un rallentamento nei mesi estivi, a fine anno la produzione industriale ha ripreso a crescere, non solo nel nostro Paese, ma anche negli altri maggiori Paesi industriali. Lo sviluppo è risultato di gran lunga più positivo del previsto, soprattutto perché l'inflazione ha determinato dappertutto un anticipo di spesa. Ciò è stato amplificato da un'elevata crescita del commercio internazionale. Ancora negli ultimi mesi la domanda mondiale ha tirato e le principali economie hanno continuato a muoversi secondo la logica del "convoglio", vale a dire sostenendosi a vicenda.
L'anno scorso l'attività produttiva negli Stati Uniti (arealeader dell'Occidente) ha oscillato attorno a una tendenza stazionaria. Negli ultimi mesi è diminuita la domanda di automobili e di abitazioni, ma altre voci di spesa - sia delle famiglie che delle imprese - hanno continuato a crescere. In particolare, i consumatori hanno reagito all'inflazione riducendo il risparmio e aumentando il loro indebitamento. Nonostante il minor reddito reale disponibile delle famiglie, i consumi totali sono ancora aumentati. Ne risulterà accentuata la successiva recessione, quando le famiglie torneranno ad una normale propensione alla spesa e dovranno ancora ripagare i debiti fatti fino a questo momento. La recessione, tuttavia, non sarà grave e la caduta della spesa privata sarà automaticamente compensata da un maggior disavanzo pubblico. Il recente accelerato sviluppo dell'economia mondiale è basato su un complesso di fattori reversibili. Da un punto di vista congiunturale, il ritardo con cui si manifesta il previsto rallentamento contribuisce a determinare una recessione. Resta un'incognita importante (anche per i suoi diretti riflessi sull'economia italiana): come si muoverà nel corso dell'anno la finanza pubblica nei maggiori Paesi industriali? Per tutto il 1980 si avrà l'intero effetto deflazionistico dei rincari petroliferi. Il peggioramento delle ragioni di scambio manufattilpetrolio determina, in termini reali, una perdita di reddito nazionale disponibile, che nel breve periodo solo un aumento dei disavanzi pubblici può compensare.
Se nel caso del nostro Paese tutto questo non sarà proprio possibile, possiamo solo sperare che altri Paesi industrializzati accettino disavanzi pubblici sufficienti a sostenere il loro, e di conseguenza anche il nostro sviluppo.

ITALIA

L'evoluzione del ciclo economico italiano ha visto nell'arco di due anni avvicendarsi, nella funzione di traino, prima le esportazioni, che sono cresciute a un tasso medio vicino al 10 per cento all'anno in termini reali, poi i consumi delle famiglie, che hanno iniziato un recupero dalla fine del 1978; infine, l'accumulo di scorte. Il tasso di inflazione per il 1980 sarà certamente superiore al valore medio dello scorso anno e dipenderà in misura prevalente dall'aumento dei prezzi del greggio. La nostra economia si presenta con un ritmo di espansione ancora sostenuto. Resterà vivo il clima di aspettative inflazionistiche. Possibili tensioni sui tassi; enigmatica la politica fiscale; indispensabile l'impegno a non superare i 40 mila miliardi di deficit annuo del settore pubblico. La domanda interna in fase di recessione.

FRANCIA

Moderata ripresa industriale e clima di stabilità. Scorte in diminuzione. Crescita dell'1,3% reale per l'intero anno. Gli investimenti fissi lordi in salita solo verso la fine dell'anno. Bilancia commerciale in disavanzo fino al 1982. Inflazione piuttosto elevata. Tassi d'interesse ancora in tensione.

GRAN BRETAGNA

Prosegue la politica antinflazionistica. Sterlina al disopra dei due dollari nel prossimo biennio. Programmi d'investimento notevolmente ridotti. Prospettive della produzione depresse. Inflazione in fase accelerata. Bilancia commerciale in disavanzo. Unico punto di forza, il petrolio del Mare del Nord. Previsto entro il 1981 - 82 un taglio dell'8% dei pubblici dipendenti.

GERMANIA FEDERALE

L'insuccesso registrato nel '79 nel campo della stabilizzazione dei prezzi si ripercuoterà in gran parte del 1980 peri rialzi delle materie Prime. Previsti maggiori incrementi salariali. Crescita della produttività più moderata. Nessuna preoccupazione per le sorti della bilancia dei pagamenti. Ripresa della domanda interna verso la fine dell'anno. Inalterata la politica fiscale. Moderata espansione della politica monetaria di base della Bundesbank.

STATI UNITI

Ancora lontano dalla soluzione il problema energetico. Lento il miglioramento della situazione inflazionistica. Il tasso di incremento dei prezzi resterà per tutto il 1980 intorno al 10%. Continuerà, come nel'79, la debolezza della produttività della manodopera. Diventeranno più esitanti i consumi delle famiglie. Previsto un calo delle vendite di auto. Politica monetaria ancora austera. Flessione intorno all'1,3% degli investimenti industriali. Debolezza del dollaro sui mercati internazionali.
L'economia non tornerà ad accelerarsi prima del 1981.

GIAPPONE

Condizioni economiche avverse per tutto l'anno, come nel 1974. Il nuovo shock petrolifero richiede una risoluta politica antinflazionistica incentrata nei controlli sul credito, sull'aumento del tassi d'interesse e sulla riduzione della spesa pubblica. IlPaese dovrà aumentare ancora il ritmo delle sue esportazioni. Rallentamento del 2,6% della crescita dell'economia. Elevati tassi d'inflazione, superiori al 10%. Nel 1981 le esportazioni cresceranno del 10,8%, la spesa pubblica del 6,6%, l'espansione economica del 5,6%.

CANADA

Il prodotto nazionale lordo dovrebbe salire dello 0,6% quest'anno, e del 3,5% nel 1981. Nel 1982 gli effetti sulla domanda reale dovrebbero cominciare ad attenuarsi. Disavanzo delle partite correnti, nel 1980, pari a 900 milioni di dollari canadesi. Esportazioni in declino. Effetti dell'inflazione compensati da prevedibili miglioramenti della quotazione della divisa canadese. Disoccupazione in aumento nell'inverno.


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