§ Personaggi

Cloe Elmo




Enzo Panareo



Quel che agevolava questa indimenticabile mezzosoprano era una naturale capacità di porre in risalto l'aspetto teatrale dei personaggi che interpretava, talché questi, affidati anche alla qualità scenica, oltre che alla voce di timbro scuro e pastoso, dalla musicalità calda ed espressiva, risultavano molto più umani e, dunque, molto più veritieri.

Al n. 30-32 di vico San Giusto, una stretta e tortuosa traversa di via delle Bombarde, nel centro storico di Lecce, nacque, il 9 aprile del 1910, una delle più celebri mezzosoprano della lirica italiana. Cloe Elmo. Gaetano Arturo il padre, impiegato comunale, Teresa Torsello la madre (1).


Ben presto i chiassuoli della Lecce barocca, snodantisi tra chiese austere e casette popolari, gli slarghi ricchi di profonda intimità, risuonarono della gaia e profonda voce della Cloe, la quale subito concepì la vocazione al canto perché subito avvertita delle sue doti naturali, da educare però con studio intenso. Una vocazione, peraltro, che trovava a Lecce appunto un terreno fertilissimo di stimoli e suggestioni nell'ambiente naturale e nel clima artistico di quegli anni. A Lecce aveva operato con un insegnamento severo ed appassionato il maestro Alceste Gerunda, " abilissimo impostatore di voci maschili e femminili " (2), il cui allievo prediletto, Tito Schipa, si era rivelato, nel 1911, come tenore di grazia in Italia e in Europa. Ed a Lecce si andavano delineando le personalità di tenori di cospicuo livello artistico: Ugo Cantelmo, Pasquale Funtò, Gustavo Gallo, Franco Perulli e Franco Tafuro. Nato a Lecce nel 1896, inoltre, il maestro Sisi Pecoraro, appunto agli inizi degli anni Venti andava rivelando le sue qualità di musicista e di insegnante, vigile dei destini artistici di amici ed allievi(3).
Poco più che ventenne, già confortata dalla sincera ammirazione di Tito Schipa, Cloe Elmo " la sera del 10 gennaio del 1931 inaugura agli " Amici della Musica "(4) di Lecce un ciclo di concerti con un recital di felice riuscita, lungamente e sinceramente applaudito ".
Quando la Elmo inaugurò il recital leccese del 1931 era già allieva prediletta, al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma, della valorosa maestra Edwige Ghibaudo. Ed ancora allieva del Conservatorio, al penultimo anno, si reca a Vienna dove, nel concorso internazionale di canto e musica, che si tenne nella capitale austriaca dal 5 al 20 di giugno del 1932, ottiene, insieme con il basso polacco Eduardo Bender, il primo premio nel canto. Alla Elmo sono assegnati un diploma e 1500 scellini(5). Ha inizio così una carriera artistica che porterà il mezzosoprano leccese, di successo in successo, nei più famosi teatri d'Italia e d'Oltreoceano, sotto la direzione dei maestri più rinomati della lirica.
L'affermazione piena della Elmo come mezzosoprano, però, è degli anni precedenti la seconda guerra mondiale (6). Quel che agevolava la Elmo, in quegli anni, quando si distinguevano, tra i mezzosoprani italiani, artiste come la Pederzini e la Stignani, era una naturale capacità di porre in risalto l'aspetto teatrale dei personaggi che ella interpretava, talché questi, affidati anche alla qualità scenica, oltre che alla voce di timbro scuro e pastoso, dalla musicalità calda ed espressiva, risultavano molto più umani e, dunque, molto più veritieri.
Entrata, così, nel mondo ufficiale dell'arte, la Elmo, di esuberante bellezza del volto, dal portamento maestoso, partecipa alla stagione 1934-35 all'Opera di Roma e l'anno successivo alla Scala, dove canta nel Falstaff, Mosé, Notturno romantico di Pick-Mangiagalli, Le Beatitudini di Franck. Ed è negli anni dal 1936 al 1938 che la Elmo, al seguito del " Carro di Tespi " si esibisce, sempre calorosamente applaudita, in molte città italiane. Nel 1939 è la volta del Re Lear al Maggio fiorentino.
Tra le doti della Elmo va annoverata una estesa gamma verso gli acuti, tanto che la cantante fu indotta ad un certo momento a studiare anche da soprano, con i quali acuti, per fare un caso, realizza l'esemplare, indimenticabile, personaggio di Azucena nel Trovatore. Sull'esperienza quasi irripetibile dell'Azucena verdiana, la Elmo realizza Amneris nell'Aida e Carmen, imprimendo ogni volta nei suoi personaggi il timbro di una personalità inconfondibile per passione artistica e per vibrazioni umane. Lievitavano nella Elmo i suggerimenti di un temperamento artistico come quello del leccese Pecoraro.
Nel 1943, dopo un 1942 pieno di successi, la Elmo sposa a Roma Giovanni Magnoni(7).
Le vicende della guerra hanno attenuato, ed in certi casi arrestato, un impegno artistico che riprende, però, più esaltante, nelle stagioni 1947-48 e '48-49, quando la Elmo è, applauditissima, al Metropolitan di New York ed all'Opera di San Francisco: Trovatore, Cavalleria, Ballo in maschera, Rigoletto, dove la leccese è una brillante Maddalena, così come è la Vecchia in Gianni Schicchi e, ancora, Quickly nel Falstaff. Sono queste le tappe di una carriera artistica al massimo dello splendore. Ma il suo repertorio è vastissimo e tutto improntato ad una ricerca, raffinatissima, di personalità e di cultura musicale.
Dal 1950 la Elmo si orienta verso parti di carattere: è rimasta celebre l'arguzia con la quale realizzò una Quickly interpretata il 1° e l'8 aprile del 1950 a New York con Toscanini e nel 1951 e '52 alla Scala con De Sabata. L'esecuzione del Falstaff con Toscanini è stata anche incisa in dischi della RCA Victor.
In un parallelo Gay-Elmo, Giacomo Lauri-Volpi, che con la leccese varie volte si produsse, scrive: " Cloe Elmo mostrava il centro di gravità psichico nella voce, così piena di energia mascolina nelle note gravi, di cui si compiacque profondamente, danneggiando col tempo le note dei settori superiori.
Finché fu giovane, il suo corpo tollerò lo squilibrio della gamma; poi, maturandosi, incominciò a risentire di quella incoerenza che tanto nuoce al tessuto vocale, posto che l'omogeneità è un pregio essenziale che la pedagogia dei suoni dovrebbe avere in particolare considerazione. Peccato davvero, giacché, in questi ultimi anni, la sua è stata l'unica voce di mezzosoprano di buona lega che abbia avuto il teatro italiano. A Firenze, nel maggio 1939, fu Azucena, nel Trovatore, accanto alla Caniglia e a Lauri-Volpi. Dai tempi della Besanzoni e della Casazza, non si era più udito, nel secondo atto, la fatale strega riflettere con tanta forza lo spirito di vendetta nel balenio dei suoni e nella truce gravità delle note cavernose.
Gay ed Elmo presentavano affinità persino fisionomiche. Ambedue proiettate nella vita interiore, incarnavano i personaggi come fossero persone reali. Nelle loro voci abbondavano i toni virili, non ispirati all'incanto dell'immaginazione e alle sfumature del sentimento, a tutto vantaggio della interpretazione in superficie: vistosa, clamorosa, diremmo visiva, quella cioè che suole far colpo sugli ascoltatori non prevenuti, amanti dello spettacolare " (8).
Nel 1953, nel quadro delle Celebrazioni Salentine, secondo ciclo, il 3 ottobre, al Politeama "Greco " di Lecce, Cloe Elmo, di fronte ad un pubblico entusiasta, canta con il tenore Franco Perulli in Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa. In quella stessa occasione Tito Schipa canta nella Lucia di Lammermoor. I due artisti hanno ritrovato il calore artistico della loro città.
Ma nel 1953 Cloe Elmo era stata anche a Londra in Lord Inferno ed a Venezia in Delitto e castigo. Anche il 1954 è un anno pieno di, successi per la Elmo la quale è nel 1955 ancora all'Opera di Roma con la Burlesca. Si spense, lontana dalla patria, ad Ankara nel 1962.


NOTE
1) Comune di Lecce. Stato civile, registro dei nati del 1910, atto n. 339.
2) V. Raeli, Musicisti e cantanti contemporanei e anime musicali salentine, in " Studi salentini ", V-VI, giugno-dicembre 1958.
3) M. Pecoraro, Vincenzo Pecoraro musicista leccese, Lecce-Galatina, Editrice Salentina, s.a.
4) La stagione 1931 agli "Amici della Musica "di Lecce, in "Il Salento rassegna annuale della vita e del pensiero salentino, vol. VI per l'anno 1932 compilata da Gregorio Garruggio ", Lecce, Editrice " L'Italia Meridionale ", 1932, pp. 140-142.
5) Cloe Elmo e il concorso di Vienna, in " Il Salento rassegna annuale della vita e del pensiero salentino, vol. VII per l'anno 1933 compilata da Gregorio Garruggio", Lecce, Editrice " L'Italia Meridionale ", 1933, p. 286.
6) Cfr. Dizionario della musica, Milano, Ricordi, 1952; Enciclopedia dello spettacolo, vol. IV, Roma, Le Maschere, 1957; Enciclopedia Garzanti della musica, Milano, Garzanti, 1974.
7) Comune di Roma, Stato civile, n. 786, p. II, 1943.
8) G. Lauri-Volpi, Voci parallele, Milano, Garzanti, 1955.


Banca Popolare Pugliese
Tutti i diritti riservati © 2000