§ L'opinione

Come un anno bisestile (chi ha sentito parlare del Sud ?)




Luigi C. Belli




Allora, come vuole il giornalismo sensazionale a tutti i costi, " si è sbattuto il mostro in prima pagina ". Il mostro: l'Italia. Ma questa volta, a buona ragione. Sono accaduti, dall'inizio dell'anno, e fino al momento in cui scriviamo, fatti che - insieme - potrebbero alimentare la cronaca per dieci anni: crisi di governo (fenomeno ricorrente nel nostro panorama politico), e formazione del monocolore, retto anche, pur se "dall'esterno", dai comunisti (estromessi trent'anni fa dall'area governativa da Alcide De Gasperi); rapimento e assassinio di Aldo Moro; " impeachment " e dimissioni di un Presidente della Repubblica, e successiva elezione del nuovo Presidente; morte di Paolo Vi ed elezione di Giovanni Paolo primo; fulminea morte del nuovo Papa, ed elezione del 265° pontefice della Cristianità. Aggiungiamo, tra una cosa e l'altra, gli attentati terroristici, le uccisioni, un paio di ministri posti in stato d'accusa per il caso Lockeed, l'inflazione, il passivo del bilancio dello Stato (32 mila miliardi di lire!), i prezzi alle stelle, gli aumenti dalle tariffe pubbliche, le polemiche giuste contro il livellamento delle pensioni e gli espropri delle liquidazioni, e quelle stolte che vorrebbero la violazione, ad 'esempio, del segreto bancario: e un altro paio di centinaia di fatti che, in un modo o nell'altro, "fanno notizia ". E' da un anno che l'Italia è nelle prime pagine dei giornali di tutto il mondo. :E' da un anno che i giornali italiani sono costretti (dai fatti) ad " allargare i titoli ", spesso fino a tutta pagina, e spesso con edizioni straordinarie. All'estero, siamo un paese di moda. All'interno, non ci meraviglia più niente. Cosa può accadere di più?
In mezzo a questa tempesta è affogato il Sud. Qualcuno ne ha sentito parlare? Chi se ne è interessato? Dov'è andato a nascondersi quel grande movimento, che fu nello stesso tempo intellettuale e politico, e che si richiamò al " meridionalismo "militante, attivo, aggressivo anche, che veniva dai giorni stessi dell'Unità?
E' stato scritto che la " decadenza " della questione meridionale (decadenza dovuta al diverso ruolo che il Sud ha assunto dal dopoguerra a questa parte) propone innanzitutto un problema di ripensamento. Ripensare al Mezzogiorno vuoi dire ritrovare all'arretratezza meridionale e alle sue manifestazioni a tutti i livelli un ruolo e un significato precisi: rivedere le linee dello sviluppo economico e sociale del Sud e riproporle in termini più efficaci, in modo che possano costituire un perno, un punto di riferimento organico e chiaro :per l'azione politica e di politica economica. Oggi, invece, dopo l'illusione ottica del " problema meridionale considerato come problema nazionale ", sembra che si voglia chiudere definitivamente ogni discorso, come se non esistessero più prospettive legittime, come se l'età meridionalista fosse finita. Mentre le cifre confermano ancora una volta che il " solco " resiste, che il " fossato " c'è, ed è ben lontano dall'essere colmato, e che non solo " non è più possibile colmarlo ", ma che tutto quel che si può fare (se ci si dà da fare) è non farlo diventare ancora più profondo, abissale.
Un paese che, in meno di un anno, vive avvenimenti tragici e stravolgenti, e momenti gravi e luttuosi, e se ne esce con forza e con equilibrio, è un paese che dà buona prova di sé, della sua forza morale, del desiderio comune a tutti di andare avanti malgrado tutto. Se alcuni avvenimenti condizionano, oppure oscurano altri, temporaneamente, lo si deve alle contingenze della storia: è una condizione sopportabile. Ma se il Sud, se il problema del Sud non riemerge, e si è voluto perdere di vista, mentre proprio nelle regioni meridionali la crisi della società italiana, dell'economia italiana, della disoccupazione, dei beni civili e dei servizi sociali, si riassume e sintetizza come in una solare antologia, allora l'accusa è di inerzia, di abbandono dell'impegno intellettuale, culturale, economico e politico, Per una precisa volontà di far recedere questa parte del paese in una sudditanza economica che altre sudditanze (anche più gravi) sottintende e ingloba. E, da parte dei meridionalisti, per una spirale di nebbia che va offuscando le voci di un non lontano revival, che affondava le sue radici nella grande tradizione del problema del Sud.

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