I gioielli del Centro-Nord




Maureen Walsh



Il nome richiama storia e mitologia: Troia. Quella antica poteva essere, e forse tentò di essere, il punto di saldatura tra Occidente e Oriente, e pagò con una serie di distruzioni questa sua infelice posizione geografica: l'ultima, definitiva, ne cancellò per secoli ogni traccia. E furono profughi troiani (racconta il mito locale) a creare Troia nella Daunia, sopra le gobbe rugose della Murgia. Qui, in una città memore della grandezza dell'antica madre, il primo gioiello. La cattedrale, considerata una delle più belle espressioni del Romanico in Puglia, ha la facciata e i fianchi percorsi da arcate che, interrotte al transetto, riprendono all'abside, sostenute da due ordini di colonne con capitelli splendidamente lavorati. La porta è in bronzo, realizzata da Oderigio da Benevento con due battenti di quattordici formelle ciascuno, con motivi talora bizzarri. Si incominciò a costruirla nel 1093 su una preesistente chiesetta bizantina: la parte inferiore fu realizzata nel secolo XII, quella superiore nel secolo successivo. E forse per questo è possibile notarvi motivi pisani e orientali. Colpisce la facciata, originale e pregevole, con un rosone a undici raggi che è in assoluto il più bello di tutta la regione. L'interno è a tre navate. E' stato scritto: " La chiesa ha la più bizzarra di tutte le facciate pugliesi, giacché essa è popolata non solo di tutte le cose create, ma la sua superficie rifulge di pietre gialle e verdi, a somiglianza delle chiese siciliane, accoppiando il taglio acuto e la scultura a chiare linee dell'Oriente, alla decorazione policromatica dei Saracchi ". Molto ricco il tesoro, che comprende pergamene miniate, documenti rari e preziose opere d'arte.
Più a sud, il romanico marittimo di Trani. In pietra liscia, biancorosata, la cattedrale è unica nel suo genere. Iniziata nel 1096, innalzata per tutto il secolo XII, fu completata nel 1200. Imponenti le misure: la facciata è alta trentasette metri e mezzo, è lunga ventisette e mezzo. La porta è in legno rivestito di bronzo: due battenti suddivisi in trentadue formelle su otto file: vi sono scolpite scene sacre e profane, meno che nelle due che accoglievano i picchiotti (poi, li hanno asportati). Magnifica opera di Barisano da Trani, autore indimenticato anche delle porte del Duomo di Morireale. L'interno, dopo recenti restauri, è a tre navate, lunghe 59 metri ciascuna. Verso la parte terminale di quelle laterali, le scalette che conducono alla cripta di San Nicola, dalla quale si passa alla chiesa di Santa Maria della Scala, probabilmente costruita intorno al secolo VII. Da qui, infine, si scende all'ipogeo di San Leucio, che sembra essere più antico della chiesa di Santa Maria della Scala, e posto un metro e mezzo sotto il livello del mare. Unico nel suo genere, dicevamo: il complesso, infatti, oltre che magnifico per le linee architettoniche, splendidamente isolato in riva al mare, dal quale ritrae bagliori e riflessi con il mutare delle ore del giorno, è il solo articolato su tre strati di altrettante epoche diverse. Costruito a più riprese, il campanile sale per circa 59 metri. La cuspide, ottagonale, si può datare attorno alla metà del secolo XIV. Ampie e profonde le arcate sul fianco.
Anche il Duomo Vecchio di Molfetta sorge in riva al mare, del quale assume spesso i riflessi variegati e multicolori, posto com'è di fronte al porto, all'estremità del promontorio sul quale si stende il grande borgo medioevale della città. Il Duomo è strano e superbo: strano, perché privo di una vera e propria facciata, magnifico per le composizioni in cui si articola: ha tre cupole, ciascuna di altezza diversa, e due campanili. E' stato definito " uno dei più originali e pittoreschi esempi dell'architettura romanica ". La costruzione di questa fabbrica sacra incominciò dopo il 1150, e fu conclusa verso la fine del secolo XIII. Tutta la pianta è caratterizzata da anomalie e obliquità. Suggestivo l'interno, a tre navate.
La cattedrale di Bitonto fu completata a tempo di record, in un solo quarto di secolo (dal 1175 al 1200). Per l'organicità che la distingue, è tra le più classiche espressioni dell'architettura romanica della regione. Armonioso anche l'interno, a tre navate, con altrettante absidi di forma semicircolare. Notevoli, oltre al prezioso ambone (opera realizzata nel 1229 da Maestro Nicolò), anche il pergamo, ottenuto intorno al 1240 dalla riutilizzazione dei pezzi dell'antico altar maggiore, distrutto. Nella cripta, cui si accede da scale che partono dalle navate laterali, pregevoli affreschi del Trecento. All'esterno (comuni a tutti gli edifici romanici pugliesi), profonde arcate, queste sovrastate da uno splendido loggiato. La facciata è divisa in tre settori: un rosone nella cuspide terminale, tre portali, di cui quello centrale assai pregevole. Prototipo delle cattedrali romaniche, di quelle pugliesi, ovviamente, la Basilica di San Nicola di Bari. Iniziata nel 1087, fu completata nel 1197. A tre navate, divise da colonne e pilastri. La facciata è a tre settori, con cuspide dominante nella fascia centrale. Tre i portali. E' fiancheggiata da torri campanarie mozze, una delle quali, detta " Torre del Catapano ", probabilmente preesisteva alla grande fabbrica sacra. Altre due torri erano nell'area posteriore, ma andarono distrutte da un fulmineo terremoto. Lungo le fiancate, arcate e loggette sovrastanti alleggeriscono l'edificio.
Innalzata forse nel secolo XI, la Cattedrale di Bitetto fu rifatta da Lillo di Barletta a partire dal 1335 ancora secondo canoni romanici. Questo tempio è forse l'ultimo della ricca serie di fabbriche pugliesi di questo tipo. La facciata (splendido rosone, suddivisa da lesene) ha tre portali, con quello centrale più suggestivo per la cornice e il ricco rivestimento. Accanto, un campanile barocco (del 1764). Interno a tre navate, manomesso nel corso dei secoli, riportato con recenti restauri alle linee originali.

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