Dalla Terra d'Otranto alla Penisola Salentina




Luigi del Piano, Rosy Gulino



Le componenti dell'ambiente fisico costituiscono un vincolo per quella che viene definita " l'utilizzazione umana ". Queste componenti si valutano analizzando la consistenza dei principali sistemi del territorio e individuando i rapporti di relazione. Ebbene, la plastica dell'area salentina è sostanzialmente dominata da grandi superfici orizzontali. Le Murge Salentine non rappresentano che lievi ondulazioni apprezzabili solo in zone circoscritte. Di conseguenza, l'elemento fondamentale che ha guidato la nascita dei centri abitati nel territorio è stato in particolare la produttività dei terreni. Notevoli addensamenti della rete urbana (con un valore medio di un centro abitato ogni 16 chilometri quadrati) si riscontrano nell'arco a est di Taranto, nella parte centrale della penisola salentina e lungo due principali direttrici longitudinali nella regione del Capo, in cui il terreno è favorevole a coltivazioni di elevata produttività (come la vite, il tabacco, l'olivo, e, da poco tempo, gli ortaggi). Nelle rimanenti aree, dal Tavoliere di Lecce al medio Salento ionico e nel basso Salento adriatico, la densità diminuisce in modo evidente, e la trama urbana si fa meno fitta e più discontinua (con un valore medio di un centro abitato ogni 64 chilometri quadrati): in queste aree predominano colture a bassa produttività (seminativo asciutto, pascolo, incolto produttivo).


Per quel che riguarda la costa, assai lunga e varia, storicamente repulsiva agli insediamenti permanenti, fatte le debite eccezioni, così in sintesi la descrive il Baldacci: a sud di Monopoli, la costa si mantiene praticamente rettilinea, ed è costituita da una " piattaforma calcarea " direttamente a contatto con l'acqua, che è invasa dal mare grosso soprattutto in relazione all'alta marea. Da Monopoli a Torre Canne la banda costiera è sforacchiata da marmitte di abrasione, e la costa rivela una ingressione di cui i ruderi di Egnatia costituiscono il documento più significativo. A Torre-Canne la spiaggia riprende il sopravvento, spesso adeguandosi con un fronte di tomboli o presentando rettifili piatti e sabbiosi, coste basse con scarsa orlatura di base. Il complicato porto di Brindisi movimenta improvvisamente la costa pugliese con una serie di insenature, unica in tutta la penisola italiana. A sud si ripetono le caratteristiche della spiaggia piatta e uniforme, anticipate all'interno da depressioni paludose, molte delle quali bonificate. La costa alta e dirupata ricompare a Otranto, e pure a sud di questa città è la muraglia costiera che prevale con falcature ampie, prive di frastagliamento minuto: tagli verticali, appicchi, innestati su promontori scarsamente protesi. Fino al Capo di Santa Maria di Leuca questa costa di notevole interesse paesaggistico domina come un colossale bastione: costa di calcare fratturato e ricca di carsismo ipogeo, che il mare con continua opera di demolizione va progressivamente scoprendo (sono in questo tratto di costa le celebri grotte della Zinzulusa e di Romanelli, e numerosissime altre). Mentre la costa orientale della regione del Capo è alta, quella occidentale è bassa e spesso sabbiosa, ed è anch'essa caratterizzata da numerose grotte (tra le quali possiamo ricordare proprio al Capo la grotta Cazzafra, e, oltre Punta Ristola, la Grotta del Diavolo, e quelle del Fiume, delle tre Porte, dei Giganti, del Drago). Unico esempio in tutta la costa pugliese è il promontorio fratturato di Gallipoli, costituito dall'allineamento dell'isola di Sant'Andrea, dell'isola su cui è Gallipoli e dello sfilato aggetto peninsulare che si protende verso di essa. A nord, pur con qualche interruzione (Porto Cesareo), la spiaggia ha un assoluto predominio, praticamente fin presso Taranto (Capo San Vito).
Per quel che riguarda la formazione storica della rete insediativa salentina, possiamo parlare di due grandi direttrici sviluppatesi nel territorio in epoca romana, molto spesso su insediamenti preesistenti, di origine greca o messapica. La prima direttrice insediativa romana, attestata sui porti di Taranto e Brindisi, rappresenta la penetrazione trasversale di tutta la penisola salentina. Si svolge infatti linearmente tra i due centri, costeggiando (attraverso Grottaglie, Oria, Latiano e Mesagne) gli estremi lembi delle Murge, con una diramazione centrale verso Manduria. Questa direttrice costituisce il sistema di origine romana più importante dell'intera arca, per il ruolo strategico svolto nell'epoca da Brindisi, come punto di arrivo della Via Appia e come porta per l'Oriente. La seconda direttrice, attestata nell'immediato hinterland, cioè nel retroterra della costa orientale salentina, rappresenta la penetrazione longitudinale principale della penisola. Infatti si sviluppa dall'antica Valesio, a sud di Brindisi, (attraverso Squinzano e Lecce), lungo una fascia continua, parallela alla costa, che giunge a mare a Otranto. Questo sistema presenta tre principali penetrazioni trasversali per l'interno: verso Carmiano e Monteroni, verso Cutrofiano e verso Scorrano. A queste direttrici ínsediative vanno poi aggiunti alcuni " poli " minori, in prevalenza distribuiti lungo l'estremità meridionale della costa occidentale (Nardò, Gallipoli, Ugento, ecc.).Questa struttura ha rappresentato l'elemento coagulante di tutti i successivi sviluppi urbani: nella fascia meridionale del Salento questi sviluppi si sono realizzati per " fasce parallele verso l'interno ", dapprima con un complesso di origine bizantina (articolato sui centri di Vernole, Sternatia, Martano, Minervino di Lecce, Surano, ecc.), e in seguito con un insieme diffuso di insediamenti di origine medioevale, che da San Pietro Vernotico fino a Castrignano del Capo si sviluppa nella " fascia interna ", conferendo all'area quelle caratteristiche di diffusione urbana minuta che tutt'oggi conserva. Nell'area del Capo, partendo dalla struttura romana della costiera occidentale, si è sviluppato un sistema insediativo di origine medioevale orientato verso l'interno delle Murge Salentine (articolato sui centri di Parabita, Matino, Casarano, Taurisano, Presicce, ecc.).

Nell'ultimo secolo abbiamo avuto un'accelerazione dello sviluppo della rete urbana, con il ruolo dominante di alcuni centri e con una evidente differenziazione delle dimensioni fra città. Dopo l'unità d'Italia, la rete urbana della Puglia meridionale era sostanzialmente organizzata in funzione delle risorse agricole del territorio. I centri più grossi per dimensione e per numero di abitanti erano: nell'arco ionico nord, Castellaneta e Massafra (intorno a 9 mila abitanti); Taranto (circa 26 mila abitanti); nella costa adriatica a nord di Brindisi: Martina Franca, Fasano, Ostuni e -Ceglie Messapico (fra i 13 e i 19 mila abitanti); nell'area intermedia fra Taranto e Brindisi: Grottaglie, Francavilla Fontana, Manduria e Mesagne (intorno agli 8 mila abitanti, ad eccezione di Francavilla che si aggirava intorno ai 15 mila); Lecce (circa 23 mila abitanti); e nell'area delle Murge Salentine: Nardò, Galatina, Maglie e Gallipoli (tra i 5 e i 10 mila abitanti).Con l'avvento dell'industrializzazione, sono mutate le condizioni, si sono create ampie zone di influenza attorno ad alcuni centri autopropulsivi. Tuttavia, nel Salento la formazione di una struttura urbana in senso moderno, legata a processi industriali, è recente. Nell'area di Lecce la crescita del capoluogo non si è avuta a scapito degli altri centri: esclusa Copertino, il maggior dinamismo si è registrato lungo l'asse Brindisi-Lecce, (San Pietro Vernotico, Squinzano, Trepuzzi); a sud, il maggiore sviluppo urbano si è avuto lungo la fascia delle Murge, nell'asse Gallipoli-Otranto, (Nardò, Galatone, Galatina, Maglie); nella regione occidentale, Casarano; in quella meridionale, sviluppi assai più deboli, eccezion fatta per Tricase.


L'" Atlante economico commerciale delle Regioni d'Italia - Elaborazione Somea " si propone l'obiettivo di verificare l'adattamento tra l'offerta di servizi localizzati soprattutto nei centri urbani, e la domanda di servizi proveniente da tutti i consumatori, ovunque questi siano insediati nel territorio. Il modello utilizzato tenta di ricostruire complessivamente le scelte effettuate dai consumatori basandosi su alcuni schemi di comportamento. Questa ricerca consente di fornire un quadro abbastanza chiaro della situazione attuale e di sottolineare:
- la gerarchia contemporanea dei centri abitati, sulla base della presenza media e del tipo di categoria dei servizi presenti in ciascun centro;
- le aree di gravitazione di ciascun centro, in relazione a un determinato livello di servizi;
- il grado di disponibilità, per la popolazione, dei commerci e dei servizi di grado più elevato, rispetto alle condizioni programmatiche dell'intero sistema, quantificato mediante un " indice di soddisfazione ".
In altri termini: alcune città dispongono di un maggior numero di servizi articolati rispetto ad altre: queste altre gravitano attorno alla città-polo: ciò determina la gerarchia delle città in quanto centri di servizi. A seconda della quantità, della qualità e del tipo di servizi, vien fuori la graduatoria. Applicando questa classificazione al Salento, è possibile giungere ad una valutazione abbastanza corretta della rete urbana dell'intera arca.


Il Salento storico appare costituito da una metropoli regionale (Taranto), da due città regionali (Brindisi e Lecce), da una fitta e ben graduata rete di centri urbani locali e di centri semi-urbani, che assicurano più o meno l'"inquadramento terziario " del territorio.
Nell'arco ionico settentrionale, la maglia dei centri urbani, pur essendo poco diffusa nel territorio, si appoggia a centri di spicco: sono presenti, infatti, ben quattro centri di nono livello, (Ginosa, Castellaneta, Mottola e Massafra) e un centro di ottavo livello (Palagiano). Taranto è centro di 14° livello, con intorno centri assai modesti, ad eccezione di Crispiano e San Giorgio Ionico (entrambi di settimo livello).


La costiera adriatica a nord di Brindisi presenta una serie di città di notevole rilievo. Articolati su due fasce parallele alla costa, infatti, son presenti un centro di 11° livello (Martina Franca), uno del 10° (Fasano), e ben quattro del 9° livello (Cisternino, Ceglie Messapico, Ostuni, San Vito dei Normanni). L'area intermedia tra Brindisi e Taranto, pur avendo una fitta rete di abitati, fa perno su cinque centri del 9° livello (Grottaglie, Francavilla, Oria, Mesagne e Manduria) e su due dell'8° (Latiano e Torre Santa Susanna). L'area di Brindisi è praticamente costituita dal solo capoluogo (13° livello), senza consistenti abitati all'intorno. Quella di Lecce, invece, ha ottimi centri attorno al capoluogo, distribuiti in due fasce circolari: i centri di livello più elevato hanno una direttrice nord-sud, con quattro città del 9° livello (Copertino, Monteroni, Campi e San Pietro Vernotico) e tre dell'8° (Squinzano, Novoli e Leverano). A sud di Lecce, la maglia è assai più fitta, e ha due direttrici ben distinte. La fascia delle Murge ha due centri dell'11° livello (Gallipoli e Maglie), due del 10° (Nardò e Galatina) e uno del 9°(Galatone), diffusi in linea est-ovest. La Regione del Capo, invece, ha pochi nodi di livello più elevato, distribuiti tutti nella fascia occidentale, con tre centri del 9° livello (Casarano, Taviano e Racale), e uno dell'8° (Tricase).


Su questo territorio, con queste caratteristiche di beni e servizi, si deve operare per lo sviluppo economico. In ultima analisi, rispetto a molte altre aree italiane, quella salentina (considerata nella sua fisionomia attuale, limitata cioè alla sola provincia di Lecce) è una delle zone più omogenee, con la più corretta distribuzione dei centri abitati e dei centri di servizi, con il capoluogo che influenza direttamente quasi l'intera provincia, con alcune aree di gravitazione di ottimo livello (Gallipoli, Nardò, Maglie, Galatina, Casarano, Tricase), e con altri centri produttori di servizi di primo interesse (bancari, commerciali, portuali, agricoli, industriali e turistici). La radiografia di quest'area può concludere qui il suo itinerario. Agli operatori economici, le scelte per le loro attività, tenendo presente quanto risulta dai dati che abbiamo raccolto, sulle disponibilità umane, fisiche, territoriali e strutturali del Salento.


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