§ Analisi Confindustria per il 1978-79

Previsioni territoriali per settore




L. T.



Il panorama dei risultati cui è pervenuta l'indagine del Centro Studi confindustriale, intitolata " Le prospettive dell'industria italiana nel biennio 1978-79 " si definisce in modo conclusivo con l'esame dell'andamento dei diversi settori industriali nelle regioni centro-settentrionali e in quelle meridionali. Ne presentiamo, in sintesi, i contenuti.

Nel biennio 1978-79, sulla base delle valutazioni degli operatori, in linea di massima è prevista per le industrie delle regioni meridionali una maggiore dinamicità in termini di produzione, di investimenti e di occupazione, rispetto a quanto è ipotizzato per le regioni del Centro-Nord. Per quanto riguarda la produzione, infatti, in entrambe le aree geografiche, viene rilevata una analoga tendenza, moderatamente espansiva: tuttavia nel Mezzogiorno si dovrebbero realizzare, rispetto alle aree centro-settentrionali, tassi di incremento di attività relativamente più elevati in tutti i rami industriali e nella generalità delle lavorazioni manifatturiere. Più in particolare, le valutazioni degli operatori economici pongono in evidenza nel biennio preso in considerazione, per il ramo delle costruzioni edili e della installazione degli impianti, una espansione della produzione nel Mezzogiorno - anche se a tassi modesti mentre nel Centro e nel Nord si avrebbero ancora, dopo quelle degli anni precedenti, intonazioni negative dell'attività. Anche le industrie elettriche, del gas e degli acquedotti dovrebbero manifestare, nelle due aree territoriali, evoluzioni produttive che si differenziano non per la tendenza presunta, ampiamente positiva, ma per i maggiori incrementi percentuali registrati nel Mezzogiorno.

Inoltre, il rallentamento dinamico previsto nel 1979 nella produzione delle regioni del Centro e del Nord dovrebbe amplificare a circa tre punti percentuali il differenziale degli andamenti produttivi di tali industrie, a seconda della loro localizzazione, individuando per il Mezzogiorno un maggiore apporto del ramo allo sviluppo complessivo dell'attività. Per le industrie manifatturiere, infine, si dovrebbero registrare apprezzabili differenziazioni nelle modalità evolutive della produzione. Nelle regioni meridionali, infatti, le prospettive di sviluppo individuano tassi d'aumento dell'attività produttiva (4,2 per cento nel 1978; e 6,6 per cento nell'anno successivo) più che doppi rispetto a quelli che dovrebbero caratterizzare le lavorazioni manifatturiere delle regioni centrali e settentrionali (2,1 per cento nel 1978; e 3 per cento nell'anno successivo). Il contributo già elevato di tale ramo industriale all'aumento dell'indice generale assumerebbe dunque nel Mezzogiorno caratteristiche di maggiore intensità, configurando una crescita del peso relativo delle industrie meridionali nella determinazione dei livelli di attività complessivi.
La più favorevole evoluzione delle lavorazioni manifatturiere del Mezzogiorno, sostiene lo studio della Confindustria, si manifesta nel 1978, oltre che nell'intonazione espansiva della quasi generalità dei settori (eccezion fatta per i comparti del vestiario, abbigliamento, pelli e cuoio, e quello della gomma), anche nell'entità delle variazioni positive, le quali superano sempre quelle previste nel Centro e nel Nord, tranne che per le industrie dei mezzi di trasporto e per le industrie cartarie e poligrafiche.
Per il 1979 nelle regioni meridionali l'espansione produttiva del settore manifatturiero assume valori elevati (+ 6,6 per cento), con aumenti produttivi particolarmente rilevanti in numerosi settori (meccanico, mezzi di trasporto, fibre chimiche, tessile). In calo, invece, rispetto al Centro-Nord, il settore del legno e del mobilio.
Anche con riferimento agli investimenti, valutati ai prezzi del 1976, l'analisi territoriale mette in evidenza nella media del periodo 1978-79, la migliore intonazione delle regioni meridionali. Tuttavia, apprezzabili differenze, non solo nell'entità, ma anche nella tendenza, sembrano caratterizzare l'andamento nei singoli anni del biennio in considerazione. Nel 1978 si dovrebbe verificare nell'arca meridionale una marcata flessione degli investimenti industriali (6,2 per cento), dopo quella elevata del 1977, mentre nelle regioni del Centro e in quelle del Nord si avrebbe quantomeno una sostanziale stazionarietà sui livelli del 1977, peraltro non soddisfacenti. Nel 1979, viceversa, nel Mezzogiorno l'attività d'investimento dovrebbe registrare un'espansione notevolmente più elevata di quella che, presumibilmente, caratterizzerà il processo di capitalizzazione delle industrie localizzate nel Centro-Nord (rispettivamente + 17,5 per cento, contro + 6,9 per cento nei confronti del 1978).
L'andamento negativo degli investimenti nel Mezzogiorno per il 1978 deriva essenzialmente dalla caduta del livello delle immobilizzazioni nel ramo manifatturiero e dal minore effetto compensativo esercitato dal settore elettrico, i cui investimenti dovrebbero presentare in quest'area uno sviluppo (+ 6,4 per cento rispetto al 1977) sensibilmente inferiore a quello previsto nel Centro e nello stesso Nord (+ 11,4 per cento).
Nelle regioni meridionali sono previste per quest'anno contrazioni nei livelli di investimento per la quasi generalità dei settori manifatturieri: particolare rilevanza assumono le flessioni nel comparto dei materiali da costruzione (- 43,8 per cento rispetto al 1977), in quello delle fibre chimiche (- 30 per cento), nel metallurgico (-28,4 per cento) e nel chimico (-27,6 per cento).

Uniche eccezioni al diffuso andamento negativo si hanno con riferimento alle indicazioni relative ai settori meccanico, dei mezzi di trasporto, e dei derivati del petrolio e del carbone, per i quali si dovrebbero registrare incrementi degli immobilizzi con variazioni di entità superiore a quella prevista nel Centro-Nord.
Nel 1979 la più favorevole evoluzione degli investimenti nel Mezzogiorno trae origine, oltre che in un più elevato impegno di spesa del settore elettrico, anche nell'incremento che dovrebbe verificarsi nelle immobilizzazioni del ramo manifatturiero. Tuttavia, a differenza di quanto è previsto per le regioni centro-settentrionali, ove il migliore andamento del '79 trova origine in un incremento diffuso alla generalità dei settori - solo le industrie alimentari, metallurgiche e quelle dei materiali da costruzione dovrebbero, presentare diminuzioni nelle spese per investimento - nel Sud l'incremento previsto è concentrato solo in alcuni settori, (mezzi di trasporto meccanico, chimico e fibre chimiche: vestiario e abbigliamento, cartariopoligrafico).

In generale, l'andamento degli investimenti dell'industria manifatturiera nel Mezzogiorno nel biennio preso in considerazione appare in soddisfacente, nonostante la ripresa del secondo dei due anni, ove si consideri che il loro ammontare complessivo è, alla fine del periodo, ancora inferiore in termini quantitativi a quello del 1976. Nel Centro-Nord, invece, sostiene l'indagine della Confindustria, lo sviluppo degli investimenti previsto nel '79 è tale da consentire il pieno recupero delle precedenti flessioni, collocandosi il valore complessivo su livelli superiori a quelli conseguiti nel 1976.


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