Il " pacchetto
" dovrebbe compensare le ripercussioni negative sull'agricoltura
meridionale, dovute agli accordi commerciali conclusi con alcuni Paesi
del bacino mediterraneo.
La Commissione esecutiva
di Bruxelles ha messo a punto il " pacchetto mediterraneo ",
cioè l'insieme di provvedimenti che, sia pure in parte, dovrebbero
compensare le ripercussioni negative sulle agricolture meridionali Cee
- in primo luogo il Mezzogiorno italiano - degli accordi commerciali
conclusi con una serie di Paesi del bacino mediterraneo. Le proposte
dell'esecutivo europeo comportano per il Feoga, il fondo agricolo Cee,
una spesa complessiva di poco più di 1.000 miliardi di lire,
da erogare nell'arco di un quinquennio per programmi di ristrutturazione
agricola: del totale, 600-700 miliardi di lire dovrebbero essere destinati
all'Italia (su base annua, il trasferimento di risorse dalla Cee al
nostro paese dovrebbe rappresentare il 17-20% degli investimenti agricoli
per il Sud). Oltre ai provvedimenti strutturali, il " pacchetto
" prevede anche interventi del Feoga per azioni di mercato il cui
costo dovrebbe aggirarsi tra i 160 e i 210 miliardi di lire all'anno.
Tra i programmi strutturali, il più importante è quello
relativo all'irrigazione nel Mezzogiorno: nel quinquennio 1979-83, verrebbero
stanziati 275 miliardi di lire per irrigare 200.000 ettari di terra
(il Feoga finanzierebbe, così, il 50% del costo dell'operazione,
e parteciperebbe per un 65% al costo di 280 assistenti-tecnici).
Il Fondo contribuirebbe, poi, con 132 miliardi di lire al miglioramento
delle infrastrutture nelle regioni rurali: le sovvenzioni del Feoga
verrebbero limitate al 50% delle spese sostenute (il resto, a carico
delle autorità nazionali e dei privati imprenditori). La trasformazione
e commercializzazione dei prodotti agricoli beneficerebbe di sovvenzioni
Cee per oltre 220 miliardi di lire (la partecipazione del Feoga al finanziamento
dei programmi in questione passerebbe dall'attuale 25% al 50%, quella
del beneficiario scenderebbe dal 50% al 25%), mentre 246 miliardi di
lire circa costituirebbero la quota parte del Fondo per progetti destinati
allo sviluppo della forestazione.
Per quel che riguarda invece gli interventi del Feoga sul mercato, la
Commissione esecutiva suggerisce la concessione di speciali sovvenzioni
nel settore della frutta e dei legumi trasformati. Tali sovvenzioni
verrebbero erogate per concentrati di pomodoro, pelati, prugne e albicocche;
il costo annuo del Feoga è valutato tra 125 e 160 miliardi. Per
l'olio d'oliva, un prodotto di particolare interesse economico e sociale
per il nostro Mezzogiorno, viene suggerita una modifica della normativa
Cee, in base alla quale il Feoga concede oggi agli agricoltori una sovvenzione
che è pari alla differenza tra il " prezzo indicativo "
alla produzione e il " prezzo indicativo " di mercato. Il
nuovo sistema introdurrebbe due mercati nettamente distinti, quello
della produzione e quello del consumo: nel primo, gli agricoltori riceverebbero
anticipatamente un aiuto finanziario (pari ad una quota della differenza
tra il " prezzo indicativo " alla produzione e quello del
mercato), al quale si aggiungerebbero anche maggiori garanzie di mercato
nella misura in cui verrebbe aumentato il " prezzo di intervento
"; nel secondo mercato, il Feoga interverrebbe attraverso un meccanismo
di integrazione " varia bile ", determinato come differenza
tra il " prezzo di cessione " e il prezzo di vendita registrato,
fine campagna, sui mercati.
Il " pacchetto ", infine, propone anche un miglioramento della
cosiddetta " preferenza comunitaria ", il meccanismo che,
almeno in teoria, dovrebbe privilegiare - all'interno della Comunità
- la vendita dei prodotti agricoli Cee rispetto a quelli d'importazione.
E' suggerita, infatti, una revisione generalizzata del " prezzo
di riferimento " Cee, i modo da sganciarlo dalle fluttuazioni dei
prezzi " di base " e di " acquisto " e collegarlo
alle variazioni dei costi di produzione; per alcuni pro dotti, quali
il pomodoro, le pesche e l'uva da tavola, che sono più esposti
alla concorrenza del produzioni extra-Cee, viene proposta infine un
modifica dei metodi utilizzati per il calcolo del " prezzo d'entrata
" delle importazioni.
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