Da 30 anni prezzi in salita




Lucio Tartaro



Utilizzando le serie degli " Indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati " dell'Istat, è possibile analizzare anche l'andamento dei prezzi di alcune grandi categorie di beni di consumo per il dopoguerra, precisamente dal 1947 al 1976. La tabella che pubblichiamo riporta i valori - per l'intero periodo considerato e per alcuni sottoperiodi - degli indici dei prezzi al consumo delle categorie di beni in cui è suddiviso l'indice generale del costo della vita, valori calcolati facendo il rapporto fra l'indice dell'anno finale e quello dell'anno iniziale del periodo o del sottoperiodo, e rapportando poi il risultato ottenuto al corrispondente valore dell'indice generale. Il valore di 0,84 per la categoria dei beni di alimentazione per il periodo 1947-76 sta quindi a indicare che nell'arco di tempo, i prezzi di questa categoria di beni sono cresciuti in ragione dell'84 per cento della crescita dell'indice generale del costo della vita. Letta in questo modo, la tabella ci dice che nel presente dopoguerra i prezzi dell'abitazione e dei beni e servizi vari sono aumentati nettamente più della media generale, i prezzi dell'elettricità e combustibili sono aumentati press'a poco come la media generale, e i prezzi degli alimentari e dell'abbigliamento sono cresciuti meno della media generale.
Se dividiamo, però, il dopoguerra in tre sottoperiodi, vediamo che il notevolissimo aumento dei prezzi relativi dell'abitazione rispetto al totale è da imputarsi praticamente al periodo 1947-'60, mentre l'ultimo sottoperiodo (71'-76) ha visto diminuire i prezzi relativi rispetto al totale, in modo tale da assorbire tutto l'aumento che si era ancora avuto nel periodo 1961-'70. Per i beni e i servizi vari, i prezzi di categoria sono cresciuti più della media per tutti e tre i sottoperiodi indicati; mentre la diminuzione dei prezzi relativi delle categorie dei beni di alimentazione e di quelli di abbigliamento si è avuta solo per i primi due sottoperiodi ('47-'60 e '61-'70), e per elettricità e combustibili i due ultimi sottoperiodi ('61-'70 e '71-'76) hanno visto diminuire i prezzi relativi di categoria in modo tale da annullare l'aumento relativo che si era avuto negli anni '47-'60.

Contemporaneamente alla variazione dei prezzi relativi fra le cinque categorie e l'indice generale, si è avuta anche una modifica nella composizione della spesa per "capitoli " o categorie di beni. Così, mentre nel calcolo dell'indice generale del costo della vita per il periodo '47-'61 il capitolo " alimentazione " rappresentava il 66,40% del totale della spesa della famiglia-tipo considerata, per il periodo '71-'76 esso era sceso al 46,66%, e nel '77 al 40,82%. La diminuzione del coefficiente di ponderazione per questo capitolo di spesa riproduce, nel calcolo dell'indice generale del costo della vita, la diminuzione che la spesa per l'alimentazione ha avuto in termini relativi rispetto al totale della spesa per consumo.
Una diminuzione si è avuta anche per il capitolo " elettricità e combustibili " (dal 7,20 al 3,46 e al 3,45%), e per il capitolo " abitazione " (dal 14,30 all'8,30 e al 6,04%), che negli ultimi periodi tiene conto però solo dei fitti pagati e non di quelli figurativi per le abitazioni occupate dai proprietari. Un aumento si è avuto invece per il capitolo " abbigliamento " (dal 5,30 al 10,6 e al 10,19%) e per quello " beni e servizi vari " (dal 6,80 al 31,52 e al 39,50%).
Gli indici del costo della vita ci permettono di conoscere l'andamento dei prezzi al consumo anche a livello dei capoluoghi di provincia. La tabella riporta, per regioni o raggruppamenti di regioni, i valori dei rapporti ottenuti con lo stesso metodo usato per la rilevazione precedente. I capoluoghi sono stati ripartiti in due classi: quelli in cui i prezzi al consumo sono aumentati più della media nazionale, e quelli in cui sono aumentati di meno (mancano i capoluoghi per i quali non sono disponibili gli indici per l'intero periodo considerato).


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