Vincere la paura




Guglielmo Tagliacarne



La gente ha una gran paura: di tutto. Si chiude nelle case, come un tempo nei castelli, Si mettono le grate di ferro alle finestre, come nelle carceri; si aggiungono chiavi su chiavi e catenacci alle porte di casa; si acquistano cani da guardia; si moltiplicano i sistemi di sicurezza e di allarme; ogni porta all'interno è munita dello spioncino che consente di vedere, senza essere veduti, chi sta fuori, e non si apre se non si e sicuri delle persone.
Si teme che l'operaio che viene in casa per riparare un rubinetto, o il telefono, o la doccia del bagno, sia un malandrino con cattive intenzioni. Si ha paura di uscire la sera e ci si fa accompagnare; si scelgono le vie più illuminate; le signore evitano di camminare sul margine esterno del marciapiedi nel timore di subire lo scippo della borsetta, e neppure lungo il muro per paura di essere attirate dentro un portone.
Se qualcuno, in strada, si avvicina per chiedere l'indicazione di una via o un cerino per accendere la sigaretta, ci si mette in sospetto. Aumentano le assicurazioni sui furti. Perché qualche fabbrica non si mette a costruire corazze come quelle che si vedono nei musei?
Vi sono genitori che in certi giorni non mandano i ragazzi a scuola per paura che siano picchiati; anche qualche insegnante evita di fare lezione per timore di essere malmenato.
La paura dilaga in modo impressionante. I pericoli sono molti ma si finisce per vederli anche dove non esistono. Tutti i rumori sono sospetti; se scricchiola un mobile la notte, si accende la luce spaventati. Tutti hanno imparato a memoria il numero di telefono della polizia e dei carabinieri. Vicino al letto si tengono armi e bastoni; insomma si vive sotto l'ossessione della paura. Questo è lo stato d'animo di tutta la gente, poveri e ricchi.
Poi vengono le apprensioni di coloro che hanno un po' di soldi. Cosa dobbiamo fare per salvare i nostri denari? Spesso ci è stata rivolta questa domanda, press'a poco in questi termini: abbiamo accumulato 50 milioni con il lavoro e il risparmio di tutta la vita; come possiamo metterli al sicuro? Oppure, abbiamo incassato, quale liquidazione di fine impiego, una certa somma, come possiamo evitare di essere derubati dall'inflazione, taglieggiati dall'esosità del fisco o espropriati dal comunismo? Qualche buon lettore crede, forse Perché abbiamo il privilegio di scrivere di economia su questa rivista, che siamo degli illuminati. Purtroppo no. Dobbiamo confessare che non conosciamo il modo di mettere il patrimonio in salvo dai pericoli che lo minacciano; sono pericoli veri, che la gente paventa. In un'indagine rivolta al pubblico con questa domanda: qual è secondo voi la minaccia più grave per il nostro patrimonio? Le risposte sono state: "l'inflazione" con il 40,2 per cento; "il fisco" con il 20,3 per cento; "la sinistra al potere" con il 13,2 per cento; "non ho alcun patrimonio'' con il 17,9 per cento; senza opinione con il 6 per cento.
Vi sono poi le telefonate allarmistiche; c'è una bomba! A questo annuncio si svuotano le aule della scuola, si abbandonano gli uffici, si fugge dalle sale cinematografiche o dai ritrovi; si bloccano gli aeroporti e i treni in partenza.
Infine c'è un'altra forma di intimidazione che ha nome contestazione. Un'associazione, un ente, una qualunque organizzazione anche pacifica, di studio o altro ha in mente di organizzare una manifestazione delle più innocue; ma nelle more dell'organizzazione corre voce che vi sarà una contestazione; o del personale, o di elementi esterni. La manifestazione va all'aria per timore della contestazione. Così non si è evitata la contestazione ma, in pratica, la si è subita, per paura.
Se tutte queste forme di timori non bastassero per avvelenare la vita di tutti i giorni, si aggiungono gli iettatori del futuro. Qui interviene il Club di Roma, associazione di Cassandre internazionali, che preannuncia di qui a una trentina di anni il collasso universale: mancheranno le principali materie prime, la popolazione sarà aumentata come un formicaio, l'acqua e l'aria saranno così deteriorate da non permettere più la vita. E bensì vero che i geologi hanno assicurato che vi saranno materie prime per milioni di anni e che non mancano i mezzi per depurare l'acqua e l'aria. Ma le informazioni cattive hanno più credito di quelle buone; il peggio spaventa, mentre il meglio non rasserena. Così si forma un mondo ,di ansia e di terrore che lascia la gente con il continuo batticuore. Il mondo diventa il regno della paura, che toglie la volontà di lavorare, di vivere, di avere una famiglia, dì allevare i figli. Guai se non sapremo reagire, se saremo succubi della tensione del terrore.
Se ci lasciamo vincere dalla paura facciamo esattamente il gioco di coloro che creano questo clima, questo stato d'animo depresso, dal quale può nascere un nuovo regime dispotico, favorito dalla inerzia fatalistica della massa. Se non si avrà coraggio saremo perduti.
Il dilagare della violenza sotto varie forme e di varia motivazione è all'origine dello stato di paura e di sgomento che si è generato fra la popolazione. Esso è fomentato anche dal sistema d'informazione, che eccede dal lato del male ed è timido dal lato del bene. Veri delinquenti sono presentati alla televisione quasi come eroi, dei miti. L'azione delle forze dell'ordine é, in confronto, poco valorizzata. I successi che esse ottengono devono essere ampiamente conosciuti per convincere il pubblico che i delitti non rimangono impuniti, che gli ,assassini non la fanno franca, e che non si deve perdere la fiducia nella giustizia.
Dobbiamo persuaderci che la paura è deleteria, paralizza la vita, prepara il peggio, perchè toglie la fiducia e la volontà dell'operare. A che pro si dovrebbe lavorare, guadagnare, risparmiare se il frutto ci sarà tolto con la violenza?
Questo stato d'animo di sgomento è il nemico da abbattere, per abbatterlo bisogna avere coraggio; coraggio da parte di tutti; degli uomini di governo, di coloro che occupano posti di azione e di responsabilità, degli operatori economici che dirigono imprese e affari, di tutta la popolazione, uomini e donne. Nessuno osa dire: siate liberamente confidenti, lasciate aperta la porta di casa, ignorate i pericoli, ma le preoccupazioni non si devono tradurre nella psicosi della paura e governare la nostra vita. Con la paura si dà spago ai violenti le si rischia di cadere in ciò che si teme. Lo diciamo con le parole di Vincenzo Monti: l'uomo che ha paura muore più volte prima di morire.
Roma, 31 ottobre 1977

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