Gargano, area
del Romanico Marittimo, terra dei trulli, fascia delle grotte, delle
gravine, dei puli e delle doline, Murgia brindisina, serre salentine,
coste di due mari, barocco plateresco, civiltà neolitica del
Salento: questa regione offre un campionario vario e di alto interesse
storico, artistico paesaggistico, come nessun'altra del "continente
Sud".
Appartato fino a
poco tempo fa, il Gargano è venuto alla ribalta da pochi anni.
E' alle spalle di città leggendarie: I'imperiale Lucera, la mitica
Troia, Candela che divide la Murgia dorata dì grano dal nodoso
Appennino: le perle sono Peschici, Vieste, le Tremiti che si stagliano
all'orizzonte, capi e promontori, calette che si raggiungono solo per
mare, incantevoli dirupi con coltri di olivi. L'autostrada porta a Canosa,
distesa sulle groppa montane. A oriente, i centri del Romanico Marittimo:
Trani, Barletta, Molfetta, Ruvo. L'itinerario è a zig-zag: tappa
d'obbligo, Andria. Al cuore di questa terra, il simbolo della Puglia
nobilissima, Castel del Monte, ricorda che qui la storia fu europea,
quando l'Europa era tutto il mondo.
Verso Sud, Modugno è all'ombra della cuspide piramidale dei campanile
dell'Annunziata. Poi, Bitetto: vi si entra da Porta Piscine. Sul bianco
di calce con il quale sono dipinte le case si delineano ombre frastagliate.
La gente va da un vicolo all'altro. Per un dedalo di piccolissime vie
si giunge di fronte alla facciata trecentesca del San Michele.
La strada sale leggermente sotto il sole che, a settembre, vuoi prolungare
un'estate che viene dai primi di giugno. L'asfalto solca una terra ora
rossa ora bruna, segata da strambi muri a secco. Altamura: superba piazza
della Cattedrale, con un miracolo di portale. Poco lontano, Santeramo
in Colle, 503 metri sul livello del mare; e Gioia del Colle, industriosa,
con la maestà del tufo rosso del suo castello a torri quadrate.
Dopo Gioia, la Murgia diventa più verde. A Noci le masserie fondono
i due tipi di costruzione emblematici di questa terra: quella a triangolo
(più propria del Gargano), e quella a trullo.
Alberobello, con il suo fascino sorprendente e con il suo valore plastico
e cromatico, conferitogli dai coni scuri sui basamenti bianchi. Locorotondo,
Valle d'Itria, Martina Franca: campagna dalla terra nera, verde dai
fichi, argento degli olivi laminati dal sole, punteggiature bianche
dei trulli, azzurro intenso del cielo. Lo spettacolo è unico.
La luce è violacea al tramonto, presso la Masseria San Lorenzo,
nell'agro di Fasano: una chiesetta, una villa-castello-fattoria, con
giardino tutto aranci, limoni e mandarini. Sotto, grotte alte appena
due metri: vi si rifugiavano i monaci sfuggiti alle persecuzioni iconoclaste.
Alberobello è il paese più singolare d'Italia: 1.070 trulli
nella zona monumentale comprendente i rioni Aia Piccola e Monti. A piazza
del Sacramento è il "Trullo Sovrano", l'unico a due
piani, maestoso e più alto di tutti: quindici metri. La strada
dei Trulli porta a Putignano, che è il punto di fusione tra la
Puglia dei trulli e quella delle grotte. Castellana, antichissima, ha
fama solo dal 1938, quando vi furono scoperte le grotte. Da qui, a Fasano.
Si attraversa l'area delle "gravinelle". Fasano risale al
Mille, fu feudo dei Cavalieri di Malta, di cui conserva l'insegna su
molti edifici. Campeggiano il Palazzo dell'Università, cinquecentesco,
e le chiese Matrice e del Purgatorio. A sei chilometri, Selva di Fasano,
400 metri sul mare: boschi e macchia ricca di vegetazione. Zoosafari:
seicento animali, alcuni rarissimi, in libertà, come nella foresta,
in centoventi ettari.
Vicino all'Adriatico, Torre Canne ed Egnazia. Torre Canne, che non ha
nulla a che vedere con Canne della Battaglia, che è più
a nord, nel territorio barlottano, è un rinomato centro termale.
Le rovine di Egnazia, città greca e poi romana, presentano interessanti
resti delle mura (IV secolo a.C.), una basilica romana, strade in basolato
antico, botteghe, resti di un anfiteatro, una basilica cristiana a tre
navate, e, soprattutto, l'antico Foro di età romana, circondato
da un porticato di cui sopravvivono le trabeazioni e la tribuna.
Brindisi bilingue è la porta per la Grecia e l'Oriente. Città
arruffona, dedita al commercio di tutto, raffina petrolio e valuta.
Nell'entroterra, la regale Francavilla Fontana, l'appartata Oria, e
paesi-città d'antica memoria feudale, da San Vito dei Normanni
a Ostuni. Si raggiunge Ostuni, immensa piramide bianca, sotto un cielo
di cobalto. La città sale e scende per mille gradinate, si passa
fra cubi e parallelepipedi abitati da occhi neri e chiome corvine.
Sempre più a sud. Vigneti, olivi, oleandri, mandorli sparsi,
il rosso violento dei cardi sitibondi, il tufo dorato, i monti d'Albania
a vista: è il Salento dagli armoniosi rapporti fra cielo e terra.
Aristocratica Lecce, ricca di fermenti culturali, barocca e plateresca,
dialettica, ironica, baronale, pigra nelle domeniche del vestito nuovo,
sempre elegante, e un poco snobistica. L'itinerario è per Castri,
Martano grecanica e Carpignano: dopo è Otranto, città
santa del Salento. Il mare è quasi dentro le poderose mura dell'antica
città. Su una breve altura, la Cattedrale, con il suo vasto mosaico
che propone la tentazione di raffronti con la Divina Commedia e con
l'arte di Picasso.
Boschi e paesi lungo la linea costiera del basso Adriatico. Santa Cesarea
Terme, Porto Tricase, Santa Maria di Leuca che è il faro di tutto
il Mediterraneo.
Si svolta a nord. Di origine paludosa, la costa jonica è bassa.
Nuclei di case a vista, sotto le fragili vedette alzate per avvistare
i saraceni: Torre San Gregorio, Torre Vado, Torre San Giovanni, Torre
Suda. Poi, Gallipoli, vestita di bianco come un tuaregh sahariano. Breve
diversione verso I'interno. Nardò: stupenda cattedrale, con l'abside
svettante; su piazza Salandra, la barocca facciata di San Domenico.
Galatina, ricca di storia e di cultura; Maglie, gentile e colta anch'essa;
Casarano, intorno a cui orbitano bianchissimi paesi immersi nelle campagne
o svettanti sulle serre. Si ritorna verso le sabbie dello Jonio. Porto
Cesareo: arenili con barche colme di nasse e lampare; di fronte, intatte,
le isole Grande e della Malva. Si lasciano queste dune, marina dopo
marina, si rivà nell'entroterra. Grottaglie rammenta che l'artigianato,
qui, fu gioco di fantasia, arte. Una selva di ceramiche, decorate a
mano, all'ombra della Chiesa Madre, dalla semplice facciata romanica.
Manduria guarda a vista città-castello, storie, memorie locali,
tragedie di tutti. Poi è la greca Taranto, superba ne-mica di
Roma, fondata dal figlio di Nettuno. Fu romana, poi cartaginese, bizantina,
longobarda, saracena, normanna, aragonese. Patria di insigni filosofi
pitagorici, di Giovanni Paisiello, e prima città europea ad essere
graffiata dalle unghie dei gatti importati dall'Oriente. La città
vecchia è in un'isola: vi restano poche cose stupende, la chiesa
di San Domenico del secolo XIII, e San Cataldo, il duomo rifatto nel
secolo XI, più volte rimaneggiato, eretto forse tra il IV e il
V secolo. Il borgo è la parte industriale. La città nuova
è sorta, perfidamente anonima, sulle macerie dell'antica.
A nord, è Massafra, sulla gravina di San Marco. Sopra, niente
di eccezionale. Sotto - o meglio, dentro - criptochiese scavate nella
roccia e tagliate in grotte e cavità naturali, stupendamente
affrescate. Chiesa della Candelora, del XIII secolo; Chiesa di San Marco
del XII, ornata di iscrizioni greche e croci incise da monaci basiliani;
cripta a due arcate di San Leonardo e Santo Spirito. Infine, cripta
di Sant'Antonio Abate, formata da due ambienti: greco l'uno, latino
l'altro, con diffusi affreschi. Si continua verso nord. C'è una
cima, con un valico: si chiama Torre Disperata, per vie minori porta
a scoperte a catena, una dopo l'altra, lontano dalle velocissime autostrade.
Ancora a nord: Foresta Umbra, un miracolo di verde, corona di una regione
che fu sitibonda per antonomasia. Dopo. cambiano l'aria, i colori, le
luci, le ombre. Restano un taccuino con i sorprendenti giorni di Puglia,
e la promessa di tornarvi, perché l'appuntamento è con
una terra che prende per magia.
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