§ Itinerari salentini

Colonne barocche




Enzo Panareo



Pittoresco elemento architettonico del momento barocco salentino è la guglia, che svetta agile, ancorché ricca di episodi decorativi, in qualche piazza del Salento. Elemento che in quella piazza, intima quasi sempre come sono le piazze dei paesi e dei villaggi salentini, realizza, anche in virtù di certa asimmetricità capricciosa con la quale molte piazze si presentano, un suggestivo movimento di masse, accentuato, o magari soltanto sottolineato, dal colore della pietra brunita dal tempo, alla quale fa riscontro, nel complesso, l'architettura, vagamente popolareggiante, pur se interrotta dalla severità di qualche dimora patrizia, di modeste casette di artigiani e della chiesa parrocchiale lungo le quali si sviluppa, interrotto dallo sbocco di tortuosi vicoletti, il perimetro della piazza stessa. In tal senso la quglia, con alla sommità il santo benedicente, diventa nella fantasia del popolo devoto un punto indispensabile di riferimento.
Si tratta, per quel che riguarda l'origine di questi caratteristici monumenti del barocco leccese, ed estensivamente salentino, di opere di carattere votivo per le quali la fervida fantasia degli scultori, qualcuno rinomato, altri invece modesti ed oscuri artigiani, che le realizzarono si sbizzarrì nella ricerca di tutta una somma di minuti elementi decorativi cui, nell'ingenuità di una fede affidata alle manifestazioni esteriori, fu assegnato il compito di rendere più bella, più gradita all'occhio del passante, la guglia, ed anche più adeguata all'espressione della devozione.


Non veri e propri obelischi, caratterizzanti ben altra esigenza documentaria e architettonica, ma steli, capaci di arricchire, con la loro maestosa presenza, quelle suggestive zone urbanistiche dei paesi salentini che sono le piazze. Non è andato molto lontano dal vero chi, rimontando pazientemente gli evi, ha accennato, a proposito delle guglie barocche in alcune piazze salentine, alle pietrefitte di remotissima epoca protostorica, sulle quali la devozione delle masse evangelizzate, all'avvento del cristianesimo, innalzò la croce. C'è, in sostanza, tra questi residui di un passato perduto nella notte dei tempi, recuperati nel medioevo dall'empito religioso delle masse popolari, e le guglie barocche uno stretto rapporto di continuità ideologica che corre sul filo di una devozione popolare attenta alle manifestazioni tangibili della fede. Alla nuda croce delle pietrefitte fu soltanto sostituito sulle guglie il Taumaturgo, cui rifarsi nelle avversità e nei dolori, ai cui piedi celebrare i riti propiziatori nei momenti della sfiducia e dell'abbandono.
Non tutte le guglie, non molte in realtà, che sorgono sulle piazze dei paesi del Salento hanno uguale dignità artistica, uguale imponenza documentaria, ed alcune, quelle di Lizzanello e di Casarano, molto modeste nella concezione, rivelano, oltre la povertà dei mezzi impiegati per la loro edificazione, la povertà di fantasia, che è, a considerarne l'epoca di realizzazione, decadenza di quello che può essere considerato uno dei più tipici prodotti architettonici, ed artistici se si vuole, del barocco salentino. Del quale, quelle che s'impongono per la loro fastosa elaborazione, recano l'impronta più inconfondibile. Documenti, dunque, queste guglie, con la loro decorazione, non affastellata, ma calcolata sul ritmo di precise esigenze estetiche, oltre che di proporzioni, di un momento architettonico tra i più singolari nell'architettura della Controriforma, non italiana soltanto.


La più maestosa di queste guglie è senz'altro quella di Ostuni, la bianca cittadina che si sporge su di un mare verdeaggiante di ulivi cui fanno da cornice, sullo sfondo cangiante, le onde dell'Adriatico. Dedicata a S. Oronzo, innalzata nel 1771, in calcare compatto, la guglia di Ostuni èopera dello scultore indigeno Giuseppe Greco, il quale, quando concepì la guglia, quando ne concepì il disegno, s'ispirò alla guglia marmorea che sorge a Napoli in piazza del Gesù Nuovo. Elevantesi su cinque ordini, staccati da cornicioni, balaustre e mensole arricchite da angeli leggiadri nella concezione figurativa, e poi ancora puttini, cartigli ed altri fregi, la guglia di Ostuni è uno dei più fastosi monumenti del barocco leccese.
In provincia di Lecce è di notevole importanza architettonica la guglia di Lequile, dedicata a S. Vito, martire siciliano. Realizzata in pietra leccese, essa sorge sulla piazza principale del paese, a pochi passi dalla chiesa parrocchiale. Questa guglia fu scolpita nel 1694 dallo stesso sindaco di Lequile, Oronzo Rossi, e si innalza su tre ordini a sezione triangolare, alla cui sommità sta il simulacro del santo. Il secondo degli ordini della guglia di Lequile è protetto da cuspidi, cui fanno riscontro, sulle facciate dell'opera muraria, svelte nicchie cieche che comunicano un senso di leggerezza a tutta la costruzione. Il terzo ordine, invece, presenta astragàli ed altri elementi decorativi di carattere prevalentemente vegetale.
Al centro della piazza del mercato di Vernole si eleva la guglia dedicata a S. Anna. Circondata dalla variata architettura degli edifici che danno vita alla piazza, la guglia di Vernole presenta nella sua conformazione strutturale i caratteri barocchi che distinguono le altre. Edificata nel XVII secolo, è in pietra leccese, a tre ordini e, rispetto alle altre, offre il particolare di quattro eleganti statue :di santi nel primo ordine, statue che, a loro volta, animano tutta la costruzione e le danno un senso di maestosa gravità. Il terzo ordine, poi, assume la forma di un'agile cupola riecheggiante alla lontana il moresco, alla cui sommità sorge il basamento sul quale, a sua volta, s'accampa - e domina la piazza - il gruppo scultoreo di S. Anna che ha accanto la Madonna fanciulla. Ed è proprio questo gruppo scultoreo a sottolineare l'agilità delle linee della guglia che si presenta più svettante che mai.


Non meno notevole per i suoi elementi architettonici e decorativi è la guglia che sorge nella raccolta piazzetta di Nardò. Già di per sè stessa, questa piazzetta si presenta con caratteri urbanistici ed architettonici originali, sottolineati dalla guglia dedicata all'Immacolata Concezione. Edificata nel XVII secolo, ha base quadrata e s'innalza su quattro ordini alle cui facciate sono elementi decorativi freschi per l'invenzione, agili per lo sviluppo. Alta più di trenta metri, si presume opera dell'architetto gallipolino Giovan-Bernardino Genoino, cui si deve, opera di alta perizia architettonica, la cattedrale della cittadina ionica.
Queste sono, in sostanza, le guglie barocche più rappresentative di una devozione religiosa e di un gusto architettonico peculiare di Terra d'Otranto. Qualche altra, venuta dopo - quella di Lizzanello fu edificata nel 1869, quella di Casarano, invece, nel 1850 -, testimonia ampiamente della decadenza di questo elemento architettonico che negli anni fastosi del barocco impreziosì notevolmente alcuni paesi del Salento.


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