Lettera del Presidente




Il Presidente Dott. Giorgio Primiceri



Signori Soci, Egregi Amici,
poichè le attività agricole costituiscono il cardine dell'economia salentina, ad esse e alle loro recenti vicende dedicheremo brevi considerazioni.
Fino ad oggi l'anno 1976 non è stato certo proprizio all'agricoltura; le cause vanno ricercate nelle vicissitudini meteorologiche, che hanno impresso caratteri più o meno anomali alle stagioni fin qui succedutesi. L'estate in particolare è stata stagione del tutto ostile, per le temperature diurne insolitamente e costantemente basse, per le troppo frequenti precipitazioni, per la anormale frequenza di altri fenomeni meteorologici sfavorevoli. Tutti questi eventi hanno profondamente inciso sullo sviluppo delle colture e di conseguenza sul buon esito dei raccolti.
L'ortofrutticoltura, nel complesso, ha ottenuto finora risultati vicini a quelli dell'annata scorsa. L'andamento stagionale è stato particolarmente favorevole alla coltura della patata, per le buone condizioni del tempo nei primi mesi dell'anno e per le frequenti piogge primaverili; ne è derivato un raccolto abbondante e di ottima qualità, venduto facilmente a prezzi che si possono considerare senz'altro remunerativi. Apprezzabili i risultati delle altre colture i cui prodotti però (specialmente peperoni, melanzane, angurie, ecc.) hanno sofferto dei soliti inconvenienti di mercato: cioè difficoltà di collocazione tanto maggiori e prezzi tanto più bassi quanto più ci si è inoltrati nel periodo di pieno raccolto.
Molto diversa la sorte della tabacchicoltura e dell'olivicoltura, ma soprattutto della viticoltura.
I tabacchicoltori hanno visto i loro raccolti compromessi dall'instabilità del tempo e dagli attacchi dei parassiti, nonostante l'impegno dimostrato con l'aumento della superficie messa a coltura e con il miglioramento e l'ammodernamento di metodi ed attrezzature.
Gli oliveti, colpiti duramente in molte contrade dalle piogge cadute proprio in periodo di fioritura (con conseguenti ostacoli all'impollinazione), hanno subito danni consistenti ad opera dei parassiti e della grandine.
La viticoltura è stata la grande vittima dell'estate 1976. Le frequenti precipitazioni tardo-primaverili ed estive hanno favorito in modo eccezionale un rigoglio parassitico continuo e generalizzato, a tal punto da rendere impossibili interventi tempestivi ed efficaci su così vaste estensioni coltivate a vigneto come quelle del nostro Salento. Dunque, gravissimi i danni da fitopatie parassitarie; altrettanto gravi le distruzioni provocate dalle grandinate; meno evidenti ma non inferiori i danni indiretti derivanti dall'imperfetta maturazione del prodotto salvato, danni attribuibili in primo luogo alle basse temperature estive. I viticoltori otterranno quindi un raccolto scarso, probabilmente meno che dimezzato rispetto alla scorsa annata, e di qualità scadente.
A tutti gli agricoltori salentini esprimiamo il nostro rammarico sincero per le calamità dalle quali sono stati colpiti e offriamo loro la nostra piena solidarietà. Essa si traduce nella disponibilità della nostra Banca a prorogare o a rinnovare tutte le scadenze di Credito Agrario e inoltre nell'impegno a procurare e ad assicurare agli agricoltori gli aiuti, le provvidenze e l'assistenza finanziaria di cui potranno avere bisogno nella prossima annata agraria.
Alle ore 21 del 6 maggio scorso il Friuli è stato colpito da un disastroso terremoto, che ha causato morti, feriti ed enormi distruzioni. Purtroppo il fenomeno sismico, che sembrava avviato ad un progressivo esaurimento, si è rinnovato l'11 settembre con violenza pari a quella iniziale, distruggendo quanto nel maggio si era salvato e tutto ciò che nei mesi successivi era stato riattato. Una delle regioni più belle del nostro Paese e una delle più care al cuore di tutti oggi è devastata e sconvolta.
Abbiamo seguito con commozione l'odissea dei Friulani, ai quali va tutta la nostra più sentita e più affettuosa solidarietà.
Il 31 agosto scorso in Lecce, nel primo pomeriggio, la Sede del Monte dei Paschi di Siena è stata teatro di un tentativo di rapina compiuto da quattro banditi e conclusosi tragicamente. Il Dott. Aldo Schiera, Direttore della Sede, è stato fulminato da un colpo di pistola esploso da uno dei malviventi mentre entrava in Banca, ignaro di quanto stava accadendo. Siamo profondamente addolorati per una morte così tragica e insieme immotivata; siamo veramente umiliati per la nostra impotenza e indignati per la persistente incapacità a prevenire e a punire azioni così feroci ed assurde. Non c'è nulla al mondo, nè parole nè fatti concreti, che possa recare ai congiunti della vittima qualcosa di più di un momentaneo conforto: ben misera cosa di fronte alla vita stroncata di un uomo! Tuttavia, voglia la famiglia Schiera accettare, insieme al nostro sincero cordoglio, la nostra totale solidarietà.
Dal Gennaio 1976 la nostra Banca è stata ripetutamente oggetto di azioni criminose. Abbiamo subito rapine il 26 febbraio, il 22 aprile, il 26 luglio, il 10 agosto, il 14 settembre. Tante altre Aziende di Credito hanno dovuto piegarsi alla stessa sorte.
Considerando una simile situazione, è logico chiedersi: fino a quando durerà? quale sarà l'avvenire? le Banche continueranno ad essere teatro e vittime di gravi azioni delittuose, con incombenti pericoli per L'incolumità dei dipendenti?
Fino ad oggi abbiamo sperato e pregato. Abbiamo rivolto ripetutamente vive istanze ad Autorità Costituite e a Forze Politiche per ottenere sia provvedimenti intesi a combattere con decisione "pratica" la criminalità dilagante sia, in particolare, aiuti concreti diretti a tutelare le Banche e i loro dipendenti. Oggi chiediamo le medesime cose come cittadini di uno Stato che ha il compito e il dovere di proteggerci e che deve trovare coraggio e decisione per estirpare il male alla radice, tralasciando una volta per tutte gli inutili palliativi. Chiediamo l'adozione pratica di provvedimenti efficaci, con la coscienza di persone che, giorno dopo giorno, attendono al loro lavoro e sono stanche di tirare avanti con la consapevolezza di potersi trovare, da un momento all'altro, davanti alla bocca di armi da fuoco impugnate da individui senza coscienza nè misura. Non possiamo più accontentarci di seducenti disquisizioni sulle libertà godute o da godere; chiediamo invece che, prima di continuare a disquisire, venga garantita, a noi e, a tutti gli altri cittadini, la libertà concreta derivante dalla certezza di un'efficiente protezione contro il crimine.
Continuando a sperare nonostante tutto, consentiteci, Egregi Amici, di congedarci da Voi con molti cordiali saluti.

Banca Popolare Pugliese
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