§ Un'Icmesa subacquea di fronte a Otranto

A due passi dalla morte ecologica




Luigi De Mitri



909 barili di piombo tetraetile in fondo al mare Adriatico, in acque territoriali italiane, possono distruggere da un momento all'altro ogni forma di vita, trasformando il Mediterraneo in un lago morto.


Il piombo tetraetile è un veleno potentissimo che attacca il cervello umano e lo fa impazzire. E classificato, dunque, come "assolutamente pericoloso": bastano piccolissime dosi per determinare nell'organismo umano un irreversibile processo di degradazione patologica. Ebbene: 909 barili di piombo tetraetile (per complessive 250 tonnellate) sono in fondo al mare di Otranto, a novantasei metri di profondità. L'ossido sta divorando i contenitori. Nel momento in cui il piombo verrà fuori, dal Basso Adriatico avrà inizio una catastrofe ecologica.
Era piombo inglese, destinato alla Jugoslavia, trasportato da un mercantile jugoslavo, il "Cavtat", che affondò in acque territoriali italiane. Quel mercantile è ora una sinistra lcmesa di fronte alla costa salentina, il suo carico mortale è una nube subacquea che da un momento all'altro può venire in superficie. E non si tratta di semplici supposizioni. Almeno un barile si è sfasciato, l'involucro è stato recuperato. Si sa che l'intero carico era variamente diviso: parte nelle stive, parte in coperta. Si può supporre, con una notevole approssimazione, che durante e dopo l'affondamento della nave una parte dei barili sia stata sparsa in un certo raggio, sia pure limitato: un'altra ipotesi di cui si deve tener conto è quella degli spostamenti di barili operati dalle correnti marine di profondità.
Novantasei metri sono parecchi, e nessuno mette in dubbio le difficoltà che si frappongono al recupero del carico dei "Cavtat": ma 250 tonnellate sono una specie di bomba atomica ad orologeria, una tremenda spada di Damocle che minaccia di scatenare una tragedia di incalcolabili dimensioni. Allora, non c'è difficoltà che tenga. E' stata calcolata la spesa approssimativa che comporterebbe un'operazione per riportare in superficie i barili: si parla di una ventina di miliardi di lire. Gli inglesi hanno declinato ogni responsabilità. Gli jugoslavi non hanno mosso un dito. Il governo italiano si perde dietro alle Commissioni di specialisti, esperti, tecnici. Intanto, il piombo tetraetile resta lì, l'opera di erosione prosegue, il mare qui è particolarmente ricco di correnti, studiosi del Consiglio Nazionale delle Ricerche hanno affermato che "purtroppo non si sa ancora nulla di 250 fusti mancanti", (sono stati dispersi dalle correnti di fondo? si sono già sfasciati, tutti, o parte di essi?), e va avanti il processo di bioaccumulazione. In che consiste questo processo? Lo spiega un implacabile accusatore, Jacques Cousteau, che si sta interessando di questo problema: "Su 909 barili che componevano il carico, 409 sono rimasti imprigionati sottocoperta, e lì sono ancora. Del cinquecento che si trovavano sulla tolda, ne mancano metà. Qualcuno si è sfasciato. Quando si romperanno anche gli altri, il piombo sarà metabolizzato dalle alghe e dai pesci, che entreranno nella catena alimentare, finiranno sulle nostre tavole: non solo sarà distrutto il plancton adriatico e mediterraneo, ma incomincerà così un'azione occulta contro l'uomo. Nessuno può, allo stato attuale, prevedere la portata delle conseguenze, la vastità del danno: certo, danno e conseguenze da disastro ecologico, o meglio ancora, e senza mezzi termini, da delitto ecologico. Il piombo tetraetile è stato messo al primo posto tra i composti chimici mortali da due enti, sulla cui serietà non ci sono dubbi, l'Organizzazione internazionale della navigazione marittima, e l'Accademia nazionale delle scienze, degli Stati Uniti".
Distruzione del plancton di Otranto, abbiamo detto. Poi, fine del plancton adriatico e mediterraneo; e ingresso nella catena alimentare: per chi mangi pesce al piombo tetraetile, si tratterà di affrontare le incognite dell'insonnia, dell'instabilità emotiva, delle allucinazioni, della pazzia. "Un'intossicazione acuta", afferma il comandante Cousteau porta alla morte. Coloro i quali, di fronte a tutto questo, improntano i loro discorsi all'ottimismo, affermando che non c'è pericolo, o per lo meno che il pericolo non è poi tanto grave, sono degli incoscienti. Cousteau ha incontrato alcuni esperti per la protezione dell'ambiente. Ebbene, costoro sono certi che i barili potranno corrodersi in meno di dieci anni. "La bomba ha un detonatore ritardato", afferma Cousteau, "ma lo scoppio è inevitabile".
In questi ultimi venti anni, la vitalità media del Mediterraneo è diminuita di circa il 50 per cento. Basti pensare che la quantità di pesce pescato diminuisce di anno in anno. Città come Genova, Napoli, Marsiglia, hanno vissuto alle spalle, a spese e senza rispetto del mare. Pesca indiscriminata, esperimenti militari, scarichi urbani, dispersione di pesticidi, lavaggi di petroliere, stanno trasformando il mare, fonte di vita, in uno spettro, in un'immagine dì morte. Eppure, proprio il nostro paese è direttamente interessato alle risorse marine. E proprio la penisola salentina può trarre dal mare quel che le è stato negato dall'industria. Pesca, turismo (che è industria pulita, senza ciminiere e senza necessità di impianti di depurazione), e poi L'"agricoltura marina", cioé la creazione di vaste riserve ittiche, nelle fattorie subacquee costiere (le "sea-farms" già realizzate in Giappone e negli Stati Uniti), possono essere dei precisi punti di riferimento del nostro sviluppo socio-economico. In tutto questo può essere un nostro futuro, visto che le illusioni dell'industrializzazione, (guidata, forzata, coordinata, o come altro si vuole, tanto le rivoluzioni a parole sono di casa, in casa nostra), sono finite ben presto. Ora, la difesa dell'ambiente è un nostro diritto, perché è preliminare ad ogni impresa, è alla base di ogni progetto, dì qualsiasi politica di sviluppo. Il piombo sotto il mare di Otranto è emblematico della volontà della Regione e dello Stato di risolvere le necessità vitali dei salentini. Di risolverle subito, e a qualunque costo. Per il resto, si tratta di parole, cioé di una truffa programmata. E' contro questa truffa che continueremo a batterci, senza tregue.


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